Psicofarmaci
Prolattina alta: che fare?
/2 Commenti/in In Evidenza, Psicofarmaci, Tutti gli art.La prolattina è un ormone prodotto dall’ipofisi che ha la funzione principale di stimolare la produzione di latte nella donna durante l’allattamento. Anche l’uomo tuttavia produce una piccola dose di prolattina il cui significato è poco noto. Sia nella donna che nell’uomo, l’eccesso costante di prolattina è dannoso perché provoca una diminuita produzione di FSH ed LH, due ormoni ipofisari che stimolano le gonadi a produrre testosterone nell’uomo ed estrogeni nella donna.
Come conseguenza diretta di un eccesso di prolattina sulle ghiandole mammarie, in entrambe i sessi vi è ingrossamento delle mammelle fino ad arrivare talvolta alla secrezione spontanea di latte dai capezzoli (galattorrea); indirettamente poi, a causa del calo degli ormoni sessuali, la prolattina in eccesso provoca in entrambe i sessi ridotto desiderio sessuale, ridotta fertilità e osteoporosi.
Importante notare comunque che la gravità dei sintomi non è proporzionale al livello di prolattina perché ci sono individui che pur avendone alti livelli son privi di sintomi mentre altri, con una prolattina appena sopra la norma, hanno già inturgidimento delle ghiandole mammarie (nel maschio chiamata ginecomastia), disturbi sessuali e calo della fertilità.
Più nello specifico, poco testosterone nell’uomo significa perdita di interesse per il sesso, umore basso e scarsa energia; pochi estrogeni nella donna provocano atrofia e secchezza della mucosa uretrale e vaginale, dolore durante il coito, vampate di calore, irregolarità mestruali, acne e moderato irsutismo.
Venendo alle cause di iperprolattinemia, dobbiamo ovviamente ricordare le malattie dell’ipotalamo e dell’ipofisi nonché l’ipotiroidismo e l’uso di levodopa nei pazienti parkinsoniani; ma di gran lunga più comune è l’iperprolattinemia da psicofarmaci.
Gli psicofarmaci che provocano più facilmente e fortemente iperprolattinemia sono gli antipsicotici (aloperidolo, perfenazina, quetiapina, risperidone, amisulpride) perché inibiscono la liberazione di dopamina anche a livello ipotalamico, dopamina che ha una funzione inibitoria sulla secrezione ipofisaria di prolattina. Togliendo quindi il freno dopaminergico, la prolattina verrà rilsciata in abbondanza in circolo. Anche gli antidepressivi, sia pur raramente e in misura molto minore, possono provocare iperprolattinemia ed in particolare Clomipramina (ad alte dosi però!). Continua a leggere
Modalina (trifluoperazina)
/5 Commenti/in Psicofarmaci, Tutti gli art.E’ un vecchio farmaco sintetizzato nei fervidi e scientificamente prolifici, postbellici anni ’50 del ‘900, appartenente alla categoria delle fenotiazine, unico tra gli antipsicotici sia di vecchia generazione (perfenazina, aloperidolo, coloropromazina, promazina, aloperidolo, tiopentixolo), che di nuova generazione (olanzapina, quetiapina, risperidone) ad essere approvato dalla FDA americana e dall’AIFA italiana anche per i disturbi d’ansia (oltre che per le psicosi ovviamente). Fondamentale per tale approvazione è stato l’articolo del lontano 1986 di J. Mendels e altri Autori: “Effective short-term treatment of generalized anxiety disorder with trifluoperazine” oltre alla decennale esperienza clinica in tal senso.
Così si legge nella scheda tecnica AIFA di Modalina riguardo alle indicazioni del prodotto:
“Per il trattamento delle manifestazioni di disordini psicotici. Per il controllo degli stati di ansia, tensione ed agitazione che si osservano nelle nevrosi o associati a somatizzazioni”.
Ancora, sul suo meccanismo d’azione, dalla scheda tecnica AIFA: Continua a leggere
Aripiprazolo, un farmaco efficace e multiuso
/92 Commenti/in In Evidenza, Psicofarmaci, Tutti gli art.Aripiprazolo (vedi anche: Abilify (aripiprazolo) si può definire davvero un farmaco con molte qualità: a dosaggio basso, per intendersi 3-5 mg al giorno, funziona quasi unicamente da stimolante dopaminergico:
- migliora quindi l’umore (nelle depressioni maggiori può essere un ottimo rinforzante della terapia in atto soprattutto per le depressioni apatiche): aumenta l’energia, l’iniziativa, la voglia di fare e gli interessi (Vedi: Aripiprazole Augmentation of Antidepressants for the Treatment of Partially Responding and Nonresponding Patients With Major Depressive Disorder);
- nelle depressioni degli anziani, che di solito hanno una componente organica cerebrale, è da considerare il trattamento di prima scelta (vedi: Aripiprazole as First-Line Therapy for Late-Life Depression)
- è benefico sulla sessualità soprattutto nella dimensione della libido correggendo spesso i deficit causati dai comuni antidepressivi serotoninergici ( vedi: Effects of Adjunctive Aripiprazole on Sexual Functioning… );
- ha il potere di far abbassare il livello di prolattina stimolando i recettori dopaminergici ipotalamici. A questo proposito, alcune persone che si sono abituate ad assumere levosulpiride o amisulpiride a basso dosaggio (max 25 mg x 3 di levosulpiride e 50 mg/die di amisulpiride) per migliorare energia ed umore (in questo senso i due suddetti hanno un effetto simile anche se di minor intensità rispetto ad aripiprazolo), lamentano dopo un breve periodo di utilizzo l’aumento della prolattina che può portare a disturbi sessuali oltre che a possibile ingrossamento delle mammelle: sono pertanto costrette a sospenderli nonostante i suddetti due farmaci apportassero loro dei benefici su digestione, umore e ansia. Ecco, aripiprazolo in tal senso potrebbe essere un ottimo sostituto. (vedi: Lower Prolactin Levels in Patients Treated With Aripiprazole…)
- Ha una buona efficacia anti-ossessiva (Vedi: Effects of aripiprazole augmentation in treatment‐resistant obsessive‐compulsive disorder)
Ancora va detto che, aumentandone il dosaggio, Aripiprazolo diventa un vero e proprio farmaco efficace contro la follia agendo positivamente su deliri e allucinazioni col vantaggio, rispetto ad altri antipsicotici, di dare meno sonnolenza, molto meno aumento di peso e conservando (o addirittura stimolando) interessi e motivazione che invece gli antipsicotici tradizionali tendono a spegnere ancor dippiù di ciò che fa già la psicosi).
Restando nell’ambito dei più comuni bassi dosaggi utilizzabili per i disturbi psico-emotivi minori (depressione, disturbi sessuali, ansia, ossessioni) si può dire che, da solo o in associazione con altri psicofarmaci, aripiprazolo abbia dimostrato un’ottima tollerabilità ed efficacia. L’unica avvertenza importante è di assumerlo al mattino proprio perché stimolante.
A. Mercuri