Pregabalin (Lyrica) per l’insonnia

Solitamente l’insonnia, quando da’ disturbi, è secondaria ad altri problemi psichiatrici o ad errori nell’igiene del sonno (andare a letto tardi, fare sport intenso la sera, bere caffè, alcolici o fumare molto prima di dormire) oppure fisici (dolori, disturbi digestivi o respiratori). Quindi dire: “Il mio problema è l’insonnia” è una superficialità con poco significato e sta al medico indagare da cosa l’insonnia deriva. Ogni tipo di insonnia necessita di un’attenta analisi per capirne l’origine: se uno non dorme perché è troppo euforico, si gioverà di basse dosi di antipsicotico (Quetiapina, Olanzapina, ecc.); se non dorme perché ha deliri di persecuzione, quindi per psicosi, dormirà bene con dosi alte di antipsicotici; se non dorme per depressione invece, l’antipsicotico anche a basse dosi solitamente fa male ed egli dormirà meglio con Trittico o con un antidepressivo. Ovviamente se uno dorme male perché ha il naso chiuso dormirà bene liberando il naso e se uno dorme male perché ha dolori dormirà bene con un antidolorifico ecc.

Gli ansiolitici comunque, tra cui ricordiamo benzodiazepine e pregabalin (Lyrica), in generale migliorano il sonno di chiunque e in qualsiasi circostanza. Ovviamente funzionano meglio ove il problema che tiene svegli sia proprio l’ansia.

Pregabalin ha indicazioni ufficiali come antiepilettico, ansiolitico e antidolorifico ma è efficace anche per l’insonnia provocata da dolori (soprattutto fibromialgia, neuropatia diabetica, nevralgia posterpetica) o provocata da ansia cronica. Io aggiungerei che, funzionando spesso da antidepressivo, può migliorare il sonno anche in soggetti depressi. Insomma, pregabalin sembra essere una buona alternativa alle benzodiazepine, per dormire; ha un meccanismo d’azione completamente diverso da esse e non dà i loro problemi cognitivi tipici come vuoti di memoria o rallentamento cognitivo e solitamente, anche dall’esperienza coi miei pazienti, pregabalin ha un effetto ansiolitico piacevole nel senso che non abbassa l’umore o l’energia anzi, in alcuni soggetti può dare euforia; inoltre, Lyrica agisce rapidamente (nell’arco di una settimana) anche sui sintomi somatici dell’ansia (tachicardia, tachipnea, sudorazione, ecc.), mentre con le benzodiazepine serve più di 1 settimana di trattamento per lenire i sintomi somatici dell’ansia. Sembra anche che pregabalin non dia molta assuefazione (cioè non è necessario aumentare rapidamente la dose per ottenere lo stesso effetto) ed è più facile da sospendere delle benzodiazepine.

(Vedi anche il mio articolo Lyrica)

Gli effetti collaterali, qualora usato per dormire (si possono usare dosaggi dai 25 ai 300 mg in unica somministrazione serale) sono solitamente modesti e svaniscono col tempo (un po’di stordimento o sonnolenza al mattino, ovviamente in proporzione alla dose). Ancora, non ci sono particolari interazioni di pregabalin con altri farmaci (a parte se usato ad alto dosaggio in associazione ad oppiacei ad alto dosaggio).  Nemmeno con l’acool o con benzodiazepine sembra avere particolari interazioni (sebbene il buon senso dica di non assumerlo da ubriachi) e anzi, Lyrica sembra essere utile nello svezzamento da alcol e benzodiazepine e nel dell’astinenza da tali sostanze. Lyrica non tocca inoltre la pressione o la frequenza cardiaca e non dà alcun interessamento epatico dal momento che viene rapidamente smaltito dai reni senza essere metabolizzato. Rispetto al sonno indotto dalle benzodiazepine, va notata una cosa importante: pregabalin allunga proprio la componente più riposante del sonno e cioè quella ad onde lente del sonno profondo (SWS dall’inglese Slow Wave Sleep cioè gli stadi 3 e 4 del sonno) correggendo quindi l’insonnia in modo fisiologico (all’opposto, le benzodiazepine accorciano la SWS dando un sonno breve, superficiale e poco riposante). Certamente, a differenza delle benzodiazepine, pregabalin non funziona bene per il sonno se assunto sporadicamente ma va assunto regolarmente e dopo qualche giorno esercita la sua azione.

A. Mercuri

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