Psicofarmaci
Amitriptilina
/in Psicofarmaci, Tutti gli art.L’Amitriptilina è un farmaco antidepressivo della famiglia degli antidepressivi triciclici. In Italia il nome commerciale più noto è Laroxil; esiste in gocce, fiale e compresse, ha una potente azione sedativa legata alla sua attività anticolinergica (antimuscarinica) e antiistaminica (anti H1). Esercita inoltre un effetto antiadrenergico anti Alfa1 responsabile di possibile ipotensione ortostatica e cefalea, astenia e congestione nasale. Continua a leggere
Astinenza da antidepressivi
/in Dipendenze patologiche, Psicofarmaci, Tutti gli art.Benzodiazepine
/in Psicofarmaci, Tutti gli art.Le benzodiazepine (BDZ) sono psicofarmaci noti anche come tranquillanti o ansiolitici e commercializzati in tutto il mondo a partire dagli anni sessanta; hanno cinque funzioni: rilassano i muscoli, contrastano le crisi epilettiche, tolgono l’ansia, facilitano il sonno e, mentre si è sotto il loro effetto, riducono la capacità di memorizzare.
Le proprietà miorilassanti e antiepilettiche vengono sfruttate in ambito neurologico, quella amnesica in chirurgia per evitare che il paziente abbia spiacevoli ricordi legati all’intervento, quella sedativo-ipnotica e ansiolitica vengono ampiamente utilizzate sia in ambito psichiatrico che per lenire disagi comuni e diffusi come ansia e insonnia.
Le BDZ agiscono molto rapidamente dopo l’assunzione, sono molto efficaci, poco tossiche in acuto anche a dosaggi alti e si possono associare a quasi tutti i farmaci e malattie senza problemi.
Agiscono principalmente potenziando l’effetto naturale di un neurotrasmettitore presente nel cervello chiamato GABA, il quale svolge fisiologicamente le cinque funzioni inibitorie sopra elencate ma agiscono anche sul sistema endocrino le cui centraline (ipotalamo e ipofisi) sono inglobate nell’encefalo e con esso hanno frequenti scambi bidirezionali. Sono stati inoltre trovati recettori per le benzodiazepine nella corteccia surrenale, nei testicoli, nelle ovaie, nell’intestino, in alcune cellule del sangue, nell’ipofisi e nelle cellule gliali del cervello.
BDZ simili a quelle commercializzate sono normalmente presenti nel nostro organismo e in alcuni cibi che mangiamo; tuttavia, le dosi presenti normalmente nel nostro organismo o introdotte col cibo sono enormemente più basse di quelle farmacologiche e svolgono probabilmente un utile compito mentre un loro aumento endogeno è associato soltanto a gravi malattie come la cirrosi epatica e lo stupor idiopatico ricorrente, patologie in cui provocano una sintomatologia tossica simile all’effetto delle BZD farmaceutiche. Continua a leggere