Psicofarmaci

Acido Valproico (Depakin*)

Il valproato o acido valproico (commercializzato in Italia col nome di Depakin*) è un farmaco sedativo, sul mercato da 50 anni e utilizzato principalmente per trattare l’epilessia, il disturbo dell’umore bipolare (tende a smorzare i picchi di euforia e di depressione presenti in questo disturbo) e per prevenire l’emicrania.
A livello chimico, le sue azioni sono:

  • facilitazione del processo di decarbossilazione dell’acido glutammico (reazione che porta alla sintesi del GABA, neurotrasmettitore inibitorio la cui azione sedativa è potenziata anche dalle benzodiazepine)
  • effetto inibitorio su un trasportatore del GABA (detto GAT-1), cosa che fa aumentare la concentrazione di GABA nello spazio sinaptico e, conseguentemente, la sua azione sedativa.
  • aumento della conduttanza di membrana al potassio, che rende i neuroni meno eccitabili.
  • azione sui canali del calcio e del sodio, che fa diminuire la liberazione di glutammato dai neuroni (neurotrasmettitore eccitatorio responsabile del propagarsi della corrente epilettogena)

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Triptofano

Amminoacido precursore della serotonina (5-idrossitriptamina), è normalmente presente in molti cibi comuni. Per poter attraversare la barriera ematoencefalica deve essere convertito in OH-Triptofano: all’interno del cervello verrà poi decarbossilato e trasformato in serotonina (ricordo che la serotonina non può attraversare la barriera ematoencefalica e pertanto l’assunzione di serotonina non ha alcun effetto antidepressivo). L’importanza della serotonina nella regolazione del tono dell’umore, dell’aggressività, dell’ansia, del sonno, del comportamento alimentare e dell’ossessività, è cosa nota da tempo e si è visto che nel cervello di soggetti depressi i livelli di serotonina sono più bassi della media e che tale carenza si correla alla gravità della depressione. Il miglioramento della depressione inoltre, si associa ad un innalzamento del livello cerebrale di serotonina.

A questo proposito devo fare una precisazione, perchè diversi pazienti mi chiedono se sia possibile dosare la serotonina con un comune prelievo di sangue: si, è possibile ma non ha alcun significato per valutare il grado di depressione in quanto non c’è alcuna relazione tra livello ematico e cerebrale di serotonina. Ancora, il dosaggio della serotonina cerebrale non si può fare nel soggetto vivo; nel vivente è possibile dosare invece il metabolita della serotonina nel liquor, l’acido 5-idrossi-indolacetico, ma per farlo bisogna praticare una puntura lombare, non priva di rischi e dall’utilità pratica pressochè nulla.

Tornando al nostro OH-Triptofano (detto anche oxitriptano) prodotto dalla ditta Alfasigma Spa possiamo aggiungere i seguenti dati: nel ratto albino, dopo somministrazione di L-5-HTP (oxitriptano), si rileva un aumento di serotonina cerebrale che raggiunge l’apice ai 30 minuti. Nel topo, la dose di 1 g/kg determina l’innalzamento della serotonina cerebrale da 0,58 mg a 20 mg. Nella scimmia la dose di 30 mg/kg aumenta in un’ora i livelli di serotonina cerebrale in maniera considerevole, da due a sei volte a seconda delle regioni esplorate. L’eliminazione avviene per via renale sotto forma di acido 5-idrossi-indol-acetico, catabolita della serotonina. Continua a leggere

Brintellix (Vortioxetina)

Aggiornamento del 25 novembre 2021: clicca qui

La Vortioxetina (Brintellix) è un farmaco antidepressivo approvato per il trattamento dei disturbi depressivi che rientra nella categoria farmacologica degli SMS (Serotonin Modulator and Stimulator) per via del suo peculiare meccanismo d’azione, caratterizzato dall’inibizione del reuptake della serotonina e dall’antagonismo o agonismo su numerosi recettori della serotonina, il che dovrebbe potenziarne l’azione antidepressiva.

Approvato nel 2013 dalla FDA per la vendita negli Stati Uniti, nel 2017 è stata approvata la commercializzazione anche in Italia.

La sua azione farmacologica è dovuta per lo più all’inibizione del reuptake della serotonina (agendo in tal senso in maniera analoga agli SSRI) e in misura minore ad altre azioni quali l’agonismo parziale al recettore 5HT1A (che potrebbe aumentare l’efficacia e diminuire alcuni effetti collaterali, specie di tipo sessuale) e l’antagonismo ai recettori 5HT3 (che potrebbe contribuire a diminuire gli effetti collaterali di nausea e agli effetti ansiolitici, nonché quelli pro cognitivi poiché questi recettori sono coinvolti nel rilascio di GABA) e 5HT7 (quest’ultimo è noto essere sito d’azione di altri farmaci antidepressivi).

Tale attività porta oltre alla modulazione dell’attività della serotonina, probabilmente in maniera indiretta anche a quella di noradrenalina, dopamina, istamina, acetilcolina, GABA e glutammato. Tuttavia l’esatta influenza di tali modulazioni nell’attività terapeutica non è nota.

In 11 studi a breve termine (6-8 settimane) condotti per valutare l’efficacia del composto nel trattamento della depressione maggiore, in 7 si è dimostrata superiore al placebo (composto inattivo) nel determinare una riduzione dei sintomi depressivi a dosaggi compresi tra 5-20 mg al giorno (per confronto, dalle revisioni degli studi gli SSRI hanno mostrato efficacia superiore al placebo nel 40% degli studi). Tuttavia, finora non sono stati condotti studi volti a confrontare la reale efficacia di queste due classi di farmaci (vortioxetina ed SSRI). Secondo i risultati di un altro studio, la vortioxetina si sarebbe dimostrata ugualmente efficace alla venlafaxina (un SNRI) ma leggermente più tollerabile, mentre in un altro si sarebbe dimostrata più efficace dell’agomelatina e meglio tollerabile di sertralina, venlafaxina e escitalopram. Tuttavia, tali risultati andranno replicati in studi più ampi.

I risultati nel trattamento dell’ansia generalizzata sono invece contrastanti e sembra essere poco o per nulla efficace nel trattamento di tale patologia.

La molecola sembra avere un effetto positivo sui sintomi cognitivi della depressione, migliorando ad esempio velocità di elaborazione e memoria, tuttavia tali osservazioni andranno replicate in altri studi.

Gli effetti collaterali sono stati simili a quelli causati dagli SSRI\SNRI per via del simile meccanismo d’azione e quindi costituiti soprattutto da nausea, disturbi gastrointestinali (come costipazione, diarrea, flatulenze), vertigini, bocca secca e disfunzioni sessuali (anorgasmia, disfunzione erettile, riduzione libido). Tuttavia alcuni di questi effetti collaterali, come ad esempio quelli sulla sfera sessuale, sembrerebbero essere meglio tollerabili di quelli causati dagli SSRI/SNRI. Alcuni di questi effetti collaterali, tendono a diminuire nel corso delle prime settimane di trattamento (come quelli di natura gastrointestinale) mentre quelli sessuali tendono a persistere nel corso dell’assunzione.

Vi fornisco qui di seguito, il link per accedere alla scheda tecnica ufficiale e completa di Brintellix redatta dall’AIFA, ente governativo italiano che si occupa di farmacovigilanza: https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?pdfFileName=footer_000911_043187_RCP.pdf&retry=0&sys=m0b1l3

Buona lettura,

A. Mercuri

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