Psicofarmaci
Sertralina
/in In Evidenza, Psicofarmaci, Tutti gli art.E’ un antidepressivo molto efficace, da mettere sullo stesso piano dei triciclici anche se appartiene alla moderna classe degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI): fa aumentare la quantità di serotonina nello spazio sinaptico; fa inoltre aumentare la dopamina, in modo moderato ma clinicamente rilevante tanto da essere utile nelle depressioni caratterizzate da apatia, astenia, rallentamento psicomotorio e disturbi cognitivi e tanto da essere utilizzata con successo nella depressione associata al morbo di Parkinson (in cui vi è una perdita di neuroni dopaminergici in una piccola regione del cervello chiamata “sostanza nera”.
Oltre che per la depressione, Sertralina è usata per i disturbi ossessivi, per gli attacchi di panico, per l’ansia cronica. In alcuni pazienti si osserva già un miglioramento sotto forma di aumento di energia pochi giorni dopo l’inizio del trattamento anche se la maggior parte delle persone sente beneficio solo dopo tre settimane circa.
La sua azione terapeutica rimane efficace per anni anche se non è illimitata nel tempo.
Specie all’inizio del trattamento, Sertralina può aumentare il livello d’ansia, di agitazione e peggiorare l’insonnia, probabilmente in seguito all’aumento iniziale di serotonina e di dopamina: col passare dei giorni però, tali iniziali sgradevoli sintomi si attenuano per lasciare posto a benefici effetti positivi sull’ansia, l’insonnia e sull’umore. Per minimizzare tali possibili sgradevoli effetti iniziali, si può partire con un dosaggio basso (tipo 25 mg da aumentare a 50 dopo 1 settimana) per salire poi gradualmente (mediamente le dosi terapeutiche vanno da 50 a 200 mg al giorno); per lo stesso motivo, si può inizialmente affiancare alla Sertralina modiche dosi si una benzodiazepina o di Trittico. Continua a leggere
Nicetile
/27 Commenti/in In Evidenza, Psicofarmaci, Tutti gli art.L’acetilcarnitina, sul mercato in Italia da 35 anni col nome commerciale di Nicetile, è una sostanza naturalmente presente nel nostro organismo dove svolge diverse funzioni biochimiche fondamentali: viene sintetizzata nei mitocondri a partire dalla Carnitina e dall’acetil-CoA, per opera dell’enzima L-acetilcarnitina transferasi, con il rilascio del coenzima A. Ne viene prodotta una gran quantità durante l’intenso esercizio fisico.
La molecola è simile, da un punto di vista strutturale, all’acetilcolina: è stata avanzata l’ipotesi che la L-acetilcarnitina a livello del sistema nervoso centrale possa partecipare alla formazione di questo mediatore chimico; per questo, Nicetile agirebbe come stimolante della memoria e dell’attività intellettiva in generale, avendo anche, sempre attraverso l’aumentata produzione di acetilcolina, una funzione trofica sui neuroni corticali sofferenti del cervello senile. Tuttavia, tale azione stimolante di tipo colinergico centrale provoca in alcuni soggetti che evidentemente non ne hanno bisogno, uno sgradevole stato di eccitazione psicomotoria con insonnia.
Effetti farmacologici di Nicetile:
- miglioramento del metabolismo del glucosio nei soggetti diabetici
- neuroprotezione dimostrata in modelli di ischemia cerebrale in ratti
- trattamento di danni al sistema nervoso periferico
- neuroprotezione nella malattia di Parkinson
- accrescimento della motilità degli spermatozoi con miglioramento della fertilità maschile, come conseguenza della capacità di acetilcarnitina di innalzare i livelli di testosterone.
Nicetile attraversa bene la barriera ematoencefalica grazie al gruppo acetilico e, una volta penetrato nel sistema nervoso centrale (SNC), probabilmente gioca un ruolo importante come sostanza antiossidante che mitiga i danni neuronali conseguenti a invecchiamento, ischemia o sostanze tossiche tra cui l’alcol.
Nei soggetti adulti è utilizzata con successo per il trattamento di nevriti e radicoliti (infiammazioni delle radici nervose) secondarie a lesioni meccaniche traumatiche, dirette e indirette, compressive e infiammatorie grazie alla sua capacità neurotrofica che esprime attraverso la stimolazione del rilascio di NGF (fattore di crescita dei neuroni periferici la cui scoperta ha fruttato il premio Nobel alla Montalcini). Continua a leggere
Benzodiazepine & Depressione
/10 Commenti/in In Evidenza, Psicofarmaci, Tutti gli art.Se siete assuntori di benzodiazepine (BDZ), anche in modo saltuario e a basso dosaggio, potete andare incontro a episodi depressivi più o meno pesanti, sia sotto l’effetto della sostanza e sia durante l’astinenza. Il manifestarsi di episodi depressivi è più probabile se state assumendo BDZ da molto tempo.
Generalmente, negli assuntori cronici di BDZ, un insolito aumento di dosaggio porta ad una depressione apatica e ansiosa con irrequietezza psicomotoria, inappetenza e insonnia, mentre una brusca diminuzione porta ad una depressione altrettanto gravosa e caratterizzata da un risveglio improvviso e violento dell’ affettività, tanto a lungo repressa: ricordi lontani si affacciano vividi alla memoria e, a seconda della sensibilità emotiva di ognuno, sentirete spesso il bisogno di piangere per compassione, pena, senso di colpa. Insomma, la brusca sospensione delle BDZ dopo un uso cronico, porta ad un doloroso stato depressivo malinconico; in tale caso il sonno ci sarà ma non sarà riposante, sarà più simile ad un sopore superficiale stracarico di sogni vividi.
Tutto questo per dirvi due cose:
- cercate di evitare l’uso di BDZ, anche breve e saltuario, se non ci sono motivi gravi: non assumetele mai per motivi banali.
- se siete assuntori di BDZ e vi sentite depressi, prima di complicarvi ulteriormente la vita con farmaci antidepressivi, ricordatevi che la causa della vostra depressione, con molta probabilità, sono proprio le BDZ e soltanto quelle: cominciate a sospenderle gradualmente e, con buona probabilità, vi comincerete a sentire tanto bene da non avere bisogno di altro.
Autore: A. Mercuri
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