Amantadina, antidepressivo dopaminergico rapido

Si cominciò ad utilizzare Amantadina nel 1963 quando si scoperse che aveva proprietà antivirali ed in particolare antinfluenzali ma ci si accorse poi negli anni che sotto la pressione selettiva di tale farmaco il virus mutava rapidamente per sopravvivere e pertanto, come agente antivirale, non venne più utilizzato.
Intanto, si scoperse casualmente che Amantadina oltre a prevenire l’influenza aveva molte altre proprietà cioè era in grado di:

  1. Migliorare i sintomi della malattia di Parkinson
  2. Accelerare la ripresa delle funzioni cognitive nei pazienti con danni cerebrali acuti come ictus o incidenti
  3. Ridare forza muscolare ai malati di sclerosi multipla
  4. Migliorare le prestazioni cognitive negli anziani
  5. Migliorare l’attenzione dei bambini affetti da deficit d’attenzione con iperattività
  6. Migliorare i sintomi dell’autismo
  7. Migliorare l’umore, l’iniziativa, la motivazione e il senso del piacere
  8. Aumentare desiderio e il piacere sessuali, facilitare il raggiungimento dell’orgasmo
  9. Mitigare i sintomi d’astinenza nei cocainomani.

Tutte le proprietà di Amantadina su esposte, a parte quella antivirale, sembrano dipendere principalmente dalla sua azione stimolante dopaminergica a livello prefrontale (aspetti cognitivi) e a livello del nucleus accumbens (senso del piacere). Amantadina, a livello biochimico, agisce così: Continua a leggere

Acido Valproico (Depakin)

Venne sintetizzato nel lontano 1882 come analogo dell’acido valerico, estratto dalla famosa Valeriana Officinalis ma le sue proprietà antiepilettiche furono scoperte molto tempo dopo, nel 1962; nel 1967 venne poi messo in commercio in Francia diventando negli anni il farmaco antiepilettico più venduto al mondo.
Successivamente si scoperse anche la sua proprietà, comune a tutti gli antiepilettici, di mitigare le forti oscillazioni dell’umore presenti nei pazienti bipolari.
Viene anche utilizzato come profilattico per l’emicrania, per il dolore neuropatico e per il mal di testa.
Il suo meccanismo d’azione, non completamente chiarito, sembra essere principalmente legato a:

  • blocco di certi canali del sodio che riduce il rilascio di Glutammato e Aspartato, amminoacidi eccitatori del cervello.
  • stimolazione dei circuiti inibitorii Gabaergici sia per azione diretta del Valproato sia per inibizione della ricaptazione e della degradazione del neurotrasmettitore inibitorio GABA.

Secondariamente, sembra che Valproato eserciti un’azione inibitoria sul neurone dovuta al blocco di certi canali del calcio e del potassio e all’inibita sintesi di fosfatidilinositolo 3 (PIP3) con relativo rallentamento della trsmissione sinaptica.
Molto importante e promettente sembra poi essere l’azione neuroprotettiva e neurorigenerativa che Valproato esercita sul cervello attraverso l’inibizione dell’enzima deacetilasi (azione epigenetica) che porta alla maggiore produzione di fattori di crescita del neurone e delle cellule associate (cellule gliali)
Da quanto sopra, si può notare che a differenza della Lamotrigina, antiepilettico e stabilizzante dell’umore prevalentemente stimolante, Valproato è prevalentemente sedativo (azione sul GABA che Lamotrigina non ha) e pertanto risulta più indicato a prevenire e curare la componente maniacale del disturbo bipolare mentre Lamotrigina è più efficace nella prevenzione degli episodi depressivi. Continua a leggere

Lamotrigina (Lamictal)

E’ un farmaco nato in Inghilterra nel 1991 per curare l’epilessia ma successivamente, nel 2003, approvato anche per prevenire o rendere meno acute le crisi depressive nei pazienti affetti da disturbo bipolare. Agisce principalmente, a livello del cervello, bloccando la liberazione degli amminoacidi eccitatorii glutammato e aspartato e prevenendo così l’insorgenza e la propagazione della crisi epilettica.
Per quanto riguarda il suo secondo uso, quello psichiatrico, e’ molto importante notare che Lamotrigina tende a prevenire le crisi depressive ma non quelle maniacali mentre l’opposto vale per gli altri due comuni antiepilettici e stabilizzanti dell’umore Carbamazepina e Valproato che non hanno molto effetto sul viraggio verso la depressione mentre prevengono bene i viraggi verso la mania. Effettivamente, Lamotrigina tende ad essere stimolante, per alcune persone piacevolmente e per altre, soprattutto donne, in modo sgradevole provocando ansietà e agitazione mentre invece Carbamazepina e Valproato tendono ad essere sedativi provocando sonnolenza e spesso abbassando il tono dell’umore. Altra cosa importante da notare è che Lamotrigina non è un antidepressivo nel senso che non ha generalmente effetto se la depressione si è ormai instaura; anzi, in tale caso può provocare uno stato misto in cui coesistono umore basso e agitazione psicomotoria. Per le altre patologie psichiatriche è significativamente efficace nel migliorare i sintomi positivi, negativi ed affettivi dei pazienti schizofrenici ma solo quando associata all’antipsicotico Clozapina; nessun effetto significativo si nota invece se usata da sola o in associazione ad altri antipsicotici.
Effetti collaterali molto comuni ( 1 persona su 10 o anche più frequente) sono cefalea e interessamento cutaneo: quest’ultimo effetto collaterale, generalmente benigno e transitorio, non è immediato ma interviene tra la seconda e l’ottava settimana di assunzione e va attentamente sorvegliato in quanto 1 persona su 1000 sviluppa con Lamotrigina manifestazioni dermatologiche molto gravi. In caso di interessamento cutaneo, si deve pertanto attentamente monitorarne l’evoluzione e casomai interrompere il Continua a leggere

Depressione resistente e Selegilina (Jumex)

Tale farmaco trova indicazione ufficiale nella malattia di Parkinson ma sempre più viene usato nelle depressioni resistenti ai tradizionali trattamenti soprattutto in associazione con i comuni antidepressivi; inibisce l’enzima MAO B che degrada la dopamina e come risultato provoca un aumento di tale neurotrasmettitore negli spazi sinaptici.

La Dopamina è il neurotrasmettitore della gratificazione, della voglia di fare, dell’appetito sessuale, dell’entusiasmo; ne è ricca, non a caso, la rete prefrontale che è la parte più nobile del cervello umano ed è costituita dalla corteccia prefrontale e dai cosiddetti “nuclei della base”, questi ultimi coinvolti anche nel mantenimento della normale tensione muscolare e dei movimenti fini, della percezione del corpo nello spazio, del ricordo degli automatismi motorii (camminare, andare in bicicletta, suonare uno strumento musicale). E non solo la rete prefrontale ne è ricca ma la dopamina è il neurotrasmettitore anche del centro del piacere del cervello, il Nucleus Accumbens. Ad esempio, la cocaina agisce in un modo analogo ma lo fa in modo esplosivo, breve, incontrollabile e pericoloso.

Certamente Jumex non è per tutti ma solo per chi non trova giovamento coi trattamenti antidepressivi più tradizionali o perché li ha già usati per troppi anni o perché ha un tipo di depressione apatica che non migliora, anzi peggiora, con i consueti antidepressivi serotoninergici. Generalmente viene associato agli antidepressivi tradizionali anche se tale abbinamento va fatto con cautela perché, usando dosaggi eccessivi, si potrebbe accumulare troppa serotonina negli spazi sinaptici. Tale evenienza tuttavia è rara.

Qui sotto vi fornisco:

Scheda tecnica ufficiale di Jumex approvata dall’AIFA.

Articolo scientifico che parla dell’uso di Jumex nelle depressioni resistenti

Esperienza di molti pazienti (in inglese) con la formulazione transdermica ad alto dosaggio di Selegilina (Emsam): https://www.drugs.com/comments/selegiline/for-depression.html

A. Mercuri

 

Dosulepina (Protiaden)

Dosulepina è un antidepressivo triciclico con caratteristiche molto simili a quelle di Amitriptilina (vedi): è debolmente serotoninergica e prevalentemente noradrenergica, ha un’azione antistaminica sedativa e facilitante il sonno, ha proprietà anticolinergiche e alfa 1 anti-adrenergiche. Differisce da Amitriptilina principalmente per la minore tossicità cardiaca e cioè: 1) aumento del 50% in meno della frequenza cardiaca quindi se mediamente Amitriptilina fa aumentare la frequenza cardiaca di 10 battiti al minuto, Dosulepina la fa aumentare solo di 5; 2) aumento dell’intervallo QTc di 1/10 rispetto ad Amitriptilina; 3) non significative variazioni degli altri parametri di conduzione cardiaca dell’impulso elettrico (intervallo PR, durata dell’intervallo QRS). Si può dire pertanto che Dotiapina ha caratteristiche simili a quelle di Amitriptilina ma è più indicata nei pazienti anziani e nei cardiopatici. Ancora, Dosulepina è rispetto ad Amitriptilina un anticolinergico più debole il che è positivo perché dà minori effetti collaterali, quasi nulli a dosaggi medi.

Scheda tecnica AIFA di Dotiepina

Ho tratto le informazioni su Dotiepina dai seguenti articoli scientifici:

Review Drugs 1989 Jul;38(1):123-47. doi: 10.2165/00003495-198938010-00005.
Dothiepin. A review of its pharmacodynamic and pharmacokinetic properties, and therapeutic efficacy in depressive illness
S G Lancaster 1, J P Gonzalez
Clinical Trial J Clin Psychiatry 1984 Jul;45(7):291-3.
Comparison of the electrocardiographic effect of dothiepin and amitriptyline
J L Claghorn, J Schroeder, B J Goldstein 2nd
Clinical Trial J Clin Psychiatry 1984 Nov;45(11):466-9.
Clinical Trial J Clin Psychiatry 1986 Oct;47(10):504-7.
Dothiepin hydrochloride: treatment efficacy and safety
P Zusky, T C Manschreck, C Blanchard, J Rosenbaum, C Elliot, P Lou

Colite Spastica o Sindrome del Colon Irritabile

 

La Sindrome del Colon Irritabile (SCI) o Colite Spastica è caratterizzata da disturbi addominali (dolore, gonfiore, urgenza di evacuare frequentemente) associati a diarrea, stipsi o ad entrambe; tutto questo senza una causa gastroenterologica nota: la diagnosi pertanto è ciò che resta dopo aver accuratamente escluso altre patologie. E’ un disturbo molto frequente perché ne è affetta con gravità variabile il 20% della popolazione occidentale e soprattutto le donne che rappresentano i due terzi dei casi; l’età di insorgenza è dai 30 ai 50 anni.

La SCI può essere leggera ma può diventare una vera e propria patologia che rende scadente la qualità di vita per i dolori addominali e la diarrea ma soprattutto per le forti implicazioni psicologiche di imbarazzo e perdita di autonomia qualora provochi, ad esempio, eccessivo gonfiore addominale o bisogno di evacuare frequentemente.

La prima cosa da fare è un’indagine gastroenterologica per escludere cause note di impegno intestinale. Successivamente, fatta diagnosi di SCI per esclusione, si considera come primo gradino una vita igienica limitando caffè, alcolici, fumo, sostanze irritanti e svolgendo una regolare attività motoria. La dieta poi va regolata con l’utilizzo di fibre come quelle derivate dai semi di Psyllium e di lino che migliorano l’assorbimento dei grassi evitando la steatorrea e aumentano il volume e la lubrificazione delle feci mentre le fibre dei cereali dovrebbero essere evitate per la presenza del glutine che può essere genericamente Continua a leggere

Lyrica

Il Lyrica (Pregabalin) è ufficialmente indicato per la cura dell’epilessia, del dolore neuropatico, della fibromialgia e dell’ansia generalizzata ma viene spesso prescritto anche per altri svariati disturbi psichiatrici compreso il disturbo bipolare dell’umore.

Pregabalin ha due azioni:

1) si lega ai canali del calcio voltaggio-dipendenti del neurone inibendo il rilascio di numerosi neurotrasmettitori come glutammato, noradrenalina, sostanza P.

2) pur avendo una struttura molecolare simile a quella del GABA stranamente non si lega al recettore del GABA ma fa aumentare la concentrazione di quest’ultimo accelerandone la sintesi.

Pregabalin esplica in suo effetto solo se assunto in modo continuativo per almeno 1 settimana quindi non è indicato per gestire i disturbi d’ansia acuti. Gli effetti collaterali più comuni sono vertigine e sonnolenza ma può causare anche euforia in alcuni soggetti e questo pur piacevole effetto diventa pericoloso se dà luogo ad abuso.

I dati indicano che negli anni dal 2006 al 2016 le prescrizioni di Lyrica in Inghilterra sono aumentate di 11 volte passando da 476.102 nel 2006 a 5.547.560 nel 2016 e questo è un dato impressionante e allarmante perchè indica che Lyrica viene prescritto con una facilità eccessiva dato il suo potenziale d’abuso, dipendenza e gli effetti a lungo termine non noti. Ancora, vorrei sottolineare che quando si assume un farmaco in modo continuativo per settimane, Continua a leggere

Trittico, un farmaco con molte qualità

Gentili lettori, come sapete io ho molta simpatia per il farmaco Trittico (Trazodone) ed in particolare per quello a rilascio prolungato. Perchè? Perché, come dice il nome, Trittico ha prevalentemente tre funzioni: antidepressiva, ansiolitica e ipnoinducente; tali tre funzioni sono contemporanee a qualsiasi dosaggio ma per raggiungere un effetto antidepressivo pieno generalmente si devono superare i 75 mg mentre se assunto solo per l’insonnia o l’ansia può bastare un dosaggio più basso, di solito non più di 75 mg.

Gli effetti collaterali a dosaggi alti diciamo dai 150 mg in sù possono essere sedazione, sonnolenza, ipotensione ortostatica e, in alcuni soggetti, naso un po’ chiuso e mal di testa. Per il resto, Trittico non ha rilevanti effetti collaterali essendo praticamente privo di azione anticolinergica (presente invece, ad esempio, in Laroxyl che per questo, a dosaggi alti, tende a dare stitichezza, ritenzione urinaria, qualche disturbo della visione da vicino, bocca asciutta, necessità di controllare la pressione dell’occhio); ancora, Trittico non provoca rigidità, ansia motoria (acatisia) o apatia-demotivazione-pigrizia come tendono a fare invece i farmaci inibitori del sistema dopaminergico cerebrale (antipsicotici in primis ma anche antidepressivi serotoninergici).

Cosa rilevante poi, Trittico è uno dei pochi antidepressivi efficaci a non dare disturbi sessuali anzi, a dosaggi bassi (diciamo fino a 75 mg) viene talvolta usato per curare i disturbi sessuali maschili e femminili. Ancora, mentre la maggior parte degli antidepressivi tende a rovinare Continua a leggere

Acufene, aspetti emotivi

Gentili lettori, sempre più spesso ho modo di conoscere persone che lamentano un persistente fischio o sibilo udibile soprattutto nei momenti di silenzio, denominato acufene o tinnito. Tale rumore molesto può avere cause organiche di vario tipo ma nella maggior parte dei casi l’acufene si associa a due condizioni:

1) perdita di udito e 2) temperamento ansioso e/o depressivo.

Per quanto riguarda la perdita di udito, va detto che il meccanismo è semplice: l’apparato acustico (dall’orecchio al cervello), tenta di compensare il deficit uditivo divenendo ipersensibile al punto da far sentire suoni che non ci sono. Tale condizione è correggibile solitamente con varie metodiche di pertinenza otorinolaringoiatrica o neurochirurgica.

Più complesso è spiegare il perché ci siano alcune persone che ritengono il proprio fischio nell’orecchio insopportabile e altre che, pur avendolo anche più grave, lo sentono ma se ne lamentano poco, non lo ascoltano, lo dimenticano. Questa considerazione vale per tanti fastidi corporei che vanno dal dolore cronico alle difficoltà respiratorie a infiniti altri piccoli tormenti grandi e piccoli che ci fanno da immancabili compagni di viaggio nella vita.

In generale, si è notato che le persone genericamente più lamentose e insofferenti ai disagi della vita sono quelle ansiose e/o depresse e/o ossessive le quali vivono evidentemente in una cronica condizione di apprensione e di timore per tutto ciò che può essere una potenziale minaccia per sé e per i propri cari. Continua a leggere