Quetiapina – aggiornamento 29 agosto 2019

Gentili lettori, con questo breve articolo desidero aggiornare il mio precedente del settembre 2018 (https://www.angelomercuri.it/psicofarmaci/seroquel/) sulla quetiapina . Ho infatti voluto approfondire l’argomento relativo all’efficacia reale e alla sbandierata leggerezza degli effetti collaterali dei cosiddetti antipsicotici atpici tra i quali è da ricordare la Quetiapina (Seroquel), l’Olanzapina (Zyprexa), il Risperidone (Risperdal); essi da molti anni hanno in gran parte sostituito le precedenti molecole antipsicotiche classiche: Aloperidolo (Serenase), Promazina (Talofen), Cloropromazina (Largactil) ecc. Ma è proprio vero che sono più efficaci e che hanno meno effetti collaterali?

Tornerò sull’argomento “Antipsicotici Atipici” per confrontarli con gli antipsicotici tradizionali ( che io preferisco di gran lunga) ma oggi, volevo solo anticiparvi questo: la Quetiapina (Seroquel) è un farmaco venduto in tutto il mondo ad un prezzo altissimo e le case farmaceutiche produttrici sono state talmente disoneste e abili nel marketing da farlo diventare uno degli psicofarmaci più venduti al mondo; la cosa più sorprendente (e scientificamente vergognosa) è che lo pubblicizzano (e la maggior parte dei medici ci crede) come efficace su tutte le malattie psichiatriche, dalla depressione alla mania! Pensate: la stessa molecola sarebbe efficace su due malattie diametralmente opposte!

La scienza onesta ha smascherato tale truffa e ha ridato alla Quetiapina il posticino che merita: ai dosaggi abituali è solo un potente  antiistaminico, che aumenta il sonno, l’appetito, fa ingrassare e ha un modesto effetto ansiolitico. Tutto il resto, a meno che non si voglia credere a misteriose teorie attualmente indimostrabili, è FALSO.

Riassumendo:

se volete soltanto avere più appetito, aumentare di peso, dormire più profondamente ed essere un pò stanchi tutto il giorno, prendete pure la Quetiapina; se invece volete avere un reale effetto ansiolitico, uscire dalla depressione, placare la mania, stabilizzare l’umore o quietare i sintomi della schizofrenia, allora c’è di meglio.

Nel link sottostante trovate il mio precedente articolo sulla Quetiapina, che riporta le caratteristiche ufficiali della molecola cioè quelle pubblicizzate dalle case farmaceutiche produttrici e documentate da farmacologi compiacenti.

In quest’altro link invece, trovate ciò che è vero, scritto dal Dr Ken Gillman, scienziato psicofarmacologo al servizio della verità scientifica e non della Case Farmaceutiche Quetiapine: The miracle of Seroquel

Buona lettura,

A. Mercuri

 

 

Sertralina

E’ un antidepressivo molto efficace, da mettere sullo stesso piano dei triciclici anche se appartiene alla moderna classe degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI): fa aumentare la quantità di serotonina nello spazio sinaptico; fa inoltre aumentare la dopamina, in modo moderato ma clinicamente rilevante tanto da essere utile nelle depressioni caratterizzate da apatia, astenia, rallentamento psicomotorio e disturbi cognitivi e tanto da essere utilizzata con successo nella depressione associata al morbo di Parkinson (in cui vi è una perdita di neuroni dopaminergici in una piccola regione del cervello chiamata “sostanza nera”.

Oltre che per la depressione, Sertralina è usata per i disturbi ossessivi, per gli attacchi di panico, per l’ansia cronica. In alcuni pazienti si osserva già un miglioramento sotto forma di aumento di energia pochi giorni dopo l’inizio del trattamento anche se la maggior parte delle persone sente beneficio solo dopo tre settimane circa.

La sua azione terapeutica rimane efficace per anni anche se non è illimitata nel tempo.

Specie all’inizio del trattamento, Sertralina può aumentare il livello d’ansia, di agitazione e peggiorare l’insonnia, probabilmente in seguito all’aumento iniziale di serotonina e di dopamina: col passare dei giorni però, tali iniziali sgradevoli sintomi si attenuano per lasciare posto a benefici effetti positivi sull’ansia, l’insonnia e sull’umore. Per minimizzare tali possibili sgradevoli effetti iniziali, si può partire con un dosaggio basso (tipo 25 mg da aumentare a 50 dopo 1 settimana) per salire poi gradualmente (mediamente le dosi terapeutiche vanno da 50 a 200 mg al giorno); per lo stesso motivo, si può inizialmente affiancare alla Sertralina modiche dosi si una benzodiazepina o di Trittico. Continua a leggere

Grazie, Elizabeta Mađarević!

Gentili lettori,

riporto qui sotto ciò che ho letto ieri su “Il giornale” di Vittorio Feltri.

Sono allibito dalla stucchevole presa di posizione della Germania e dall’ipocrisia delle autorità croate. Ciò che ha detto infatti la diplomatica croata di stanza in Germania, che piaccia o meno, è semplicemente la verità. Ciò che piace della Croazia infatti, al di là della bellezza paesaggistica, ciò che fa della sua Capitale Zagabria una delle più affascinanti città europee, è proprio quell’autentico clima mitteleuropeo che la diplomatica croata Elizabeta Madjarevic ha giustamente evidenziato e difeso.  

Un grazie ai nazionalisti croati e a tutti i nazionalisti del mondo in genere, che senza violenza e senza sopraffazione, lottano per difendere l’identità nazionale dei propri Paesi opponendosi ad una globalizzazione che divora tradizioni, culture e lingue ad unico vantaggio di sporchi interessi economici.

Altri miei articoli contro la globalizzazione:

“Contro la globalizzazione”

“Nazionalismo”

“Amore per la croazia”

“Amore per il proprio Paese: Russia”

Autore: A. Mercuri

 

Tratto da “Il Giornale” di Vittorio Feltri di Mercoledì 21/08/2019:

“Germania, polemiche per i “post razzisti” di una diplomatica croata”

La rimozione dall’incarico della funzionaria di stanza in Germania è stata duramente contestata dai deputati nazionalisti di Zagabria

Giornalista: Gerry Freda

Tra Croazia e Germania si è di recente creato uno scontro diplomatico a causa di alcuni commenti “razzisti” pubblicati su Facebook da una funzionaria dell’ambasciata di Zagabria a Berlino. Continua a leggere

Nicetile

L’acetilcarnitina, sul mercato in Italia da 35 anni col nome commerciale di Nicetile, è una sostanza naturalmente presente nel nostro organismo dove svolge diverse funzioni biochimiche fondamentali: viene sintetizzata nei mitocondri a partire dalla Carnitina e dall’acetil-CoA, per opera dell’enzima L-acetilcarnitina transferasi, con il rilascio del coenzima A. Ne viene prodotta una gran quantità durante l’intenso esercizio fisico.
La molecola è simile, da un punto di vista strutturale, all’acetilcolina: è stata avanzata l’ipotesi che la L-acetilcarnitina a livello del sistema nervoso centrale possa partecipare alla formazione di questo mediatore chimico; per questo, Nicetile agirebbe come stimolante della memoria e dell’attività intellettiva in generale, avendo anche, sempre attraverso l’aumentata produzione di acetilcolina, una  funzione trofica sui neuroni corticali sofferenti del cervello senile. Tuttavia, tale azione stimolante di tipo colinergico centrale provoca in alcuni soggetti che evidentemente non ne hanno bisogno, uno sgradevole stato di eccitazione psicomotoria con insonnia.

Effetti farmacologici di Nicetile:

  • miglioramento del metabolismo del glucosio nei soggetti diabetici
  • neuroprotezione dimostrata in modelli di ischemia cerebrale in ratti
  • trattamento di danni al sistema nervoso periferico
  • neuroprotezione nella malattia di Parkinson
  • accrescimento della motilità degli spermatozoi con miglioramento della fertilità maschile, come conseguenza della capacità di acetilcarnitina di innalzare i livelli di testosterone.

Nicetile attraversa bene la barriera ematoencefalica grazie al gruppo acetilico e, una volta penetrato nel sistema nervoso centrale (SNC), probabilmente gioca un ruolo importante come sostanza antiossidante che mitiga i danni neuronali conseguenti a invecchiamento, ischemia o sostanze tossiche tra cui l’alcol.
Nei soggetti adulti è utilizzata con successo per il trattamento di nevriti e radicoliti (infiammazioni delle radici nervose) secondarie a lesioni meccaniche traumatiche, dirette e indirette, compressive e infiammatorie grazie alla sua capacità neurotrofica che esprime attraverso la stimolazione del rilascio di NGF (fattore di crescita dei neuroni periferici la cui scoperta ha fruttato il premio Nobel alla Montalcini). Continua a leggere

Benzodiazepine & Depressione

Se siete assuntori di benzodiazepine (BDZ), anche in modo saltuario e a basso dosaggio, potete andare incontro a episodi depressivi più o meno pesanti, sia sotto l’effetto della sostanza e sia durante l’astinenza. Il manifestarsi di episodi depressivi è più probabile se state assumendo BDZ da molto tempo.

Generalmente, negli assuntori cronici di BDZ, un insolito aumento di dosaggio porta ad una depressione apatica e ansiosa con irrequietezza psicomotoria, inappetenza e insonnia, mentre una brusca diminuzione porta ad una depressione altrettanto gravosa e caratterizzata da un risveglio improvviso e violento dell’ affettività, tanto a lungo repressa: ricordi lontani si affacciano vividi alla memoria e, a seconda della sensibilità emotiva di ognuno, sentirete spesso il bisogno di piangere per compassione, pena, senso di colpa. Insomma, la brusca sospensione delle BDZ dopo un uso cronico, porta ad un doloroso stato depressivo malinconico; in tale caso il sonno ci sarà ma non sarà riposante, sarà più simile ad un sopore superficiale stracarico di sogni vividi.

Tutto questo per dirvi due cose:

  1. cercate di evitare l’uso di BDZ, anche breve e saltuario, se non ci sono motivi gravi: non assumetele mai per motivi banali.
  2. se siete assuntori di BDZ e vi sentite depressi, prima di complicarvi ulteriormente la vita con farmaci antidepressivi, ricordatevi che la causa della vostra depressione, con molta probabilità, sono proprio le BDZ e soltanto quelle: cominciate a sospenderle gradualmente e, con buona probabilità, vi comincerete a sentire tanto bene da non avere bisogno di altro.

Autore: A. Mercuri

Sull’argaomento, leggi anche:

Un’alternativa alle benzodiazepine

Farmaci per dormire: Benzodiazepine

Benzodiazepine

Per dormire: Benzodiazepine o Trittico?

Attenzione al Minias gocce!

Farmaci per dormire

Bromazepam (Lexotan)

Dipendenza da ansiolitici

Uso cronico di benzodiazepine

 

Attenzione al Minias gocce

Come sapete, le Benzodiazepine creano una forte dipendenza fisica, nel senso che chiunque le assuma anche per un periodo molto breve e a dosaggio basso, non può staccarsene bruscamente ma deve farlo con gradualità e regolarità. Chiaramente, più alti sono stati i dosaggi e più prolungato il tempo di assunzione, più risulta impegnativa la sospensione. In tale secondo caso inoltre, anche a totale sospensione avvenuta, tutto l’organismo, dal cervello al sistema immunitario ha bisogno di lungo tempo per riassestarsi.

Ci sono persone che, per carattere metodico o perché non sono particolarmente sofferenti, riescono a prendere per anni o decenni sempre lo stesso dosaggio di benzodiazepina, in modo ordinato e senza mai aumentarne il dosaggio. Altre invece, forse perché la benzodiazepina dà loro un effetto iniziale particolarmente piacevole, ne aumentano progressivamente il dosaggio fino ad arrivare ad assumerne quantità giornaliere incredibili.

Questi ultimi, che fortunatamente sono sempre stati una minoranza facente parte di un ristretto gruppo di “personalità dipendenti”, stanno ora diventando pericolosamente troppi e ad essi si stanno sempre più aggiungendo persone assolutamente “normali” cioè prive di disturbi psichiatrici che hanno iniziato ad assumere la benzodiazepina per futili e comuni motivi: una lieve insonnia, una giustificata ansia, un periodo di tensione nervosa. Perché sta succedendo questo?

Ci sono vari motivi, primo fra tutti che l’umanità è sempre più sofferente e, in Italia, i problemi psichiatrici, soprattutto di tipo depressivo, sono in drammatico aumento.

Un altro motivo, più banale, è la presenza sul mercato di una benzodiazepina chiamata Lormetazepam, nome commerciale Minias; tale farmaco esiste sia in compresse che in gocce: se guardi cosa assumono i superdrogati di benzodiazepine, di solito scopri che assumono Minias gocce. Perché?

Già di per se, il principio attivo del Minias, il Lormetazepam, è una benzodiazepina a rischio dipendenza perché ha un forte potere ansioitico-euforizzante che insorge molto rapidamente e cessa pure rapidamente facendo sentire assi presto il desiderio di riassumerla. Il fatto che i mega assuntori preferiscano le gocce, si spiega poi col fatto che esse hanno uno squisito odore-sapore, intensificato dalla presenza di alcool; l’alcol, col suo profumo, è già evocativo di stati euforici ed obliosi ben noti a tutti, e questo, unito alla squisita aromatizzazione del preparato, rende tali gocce assai appetitose, anche psicologicamente. Continua a leggere