Antidepressivi serotoninergici (SSRI) e disfunzione sessuale persistente

Aggiornato al 29 /11/24

La disfunzione sessuale post-SSRI (Post-SSRI Sexual Dysfunction, PSSD) è una patologia causata dagli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina SSRI ed è caratterizzata da disfunzioni sessuali ed emotive che solitamente insorgono già durante l’assunzione del farmaco (vedi il mio articolo “Sessualità e antidepressivi“) e persistono per un tempo indefinito dopo la sospensione. Può, più raramente, comparire solo alla sospensione del trattamento.
Al di là del nome, la patologia non consiste solo in un insieme di sintomi che colpiscono la sfera sessuale ma è solitamente caratterizzata da una più ampia difficoltà a provare piacere ed emozioni in genere, di cui i disturbi sulla sessualità sono solo i riflessi più evidenti.
I sintomi più comuni, che possono essere presenti contemporaneamente o singolarmente, sono:

  • Assenza o riduzione della libido cioè dell’attrazione sessuale, delle fantasie e dei sogni a sfondo sessuale.
  • Perdita o diminuzione della risposta fisica agli stimoli sessuali.
  • Anestesia tattile e termica delle aree genitali (pene, vagina e talvolta anche capezzoli).
  • Disfunzione erettile negli uomini, diminuita congestione e lubrificazione genitale nelle donne.
  • Incapacità o difficoltà a raggiungere l’orgasmo (anorgasmia) o eiaculazione precoce, sindrome da eccitazione sessuale persistente nelle donne (PGAD), una condizione in cui l’eccitamento sessuale è come irritativo ma non è accompagnato da desiderio sessuale.
  • Anedonia orgasmica: può permanere la sensazione dell’orgasmo associata alle contrazioni muscolari ma senza provare piacere.
  • Ottundimento emotivo ed anedonia: può essere diminuita la capacità di provare emozioni (sia positive che negative, può risultare ad esempio difficile piangere o provare “sensazioni forti”), sensazioni edoniche in genere e di legame emotivo, può venire meno il desiderio di intimità di coppia; possono essere presenti apatia, mancanza di motivazione e di stimolo di fare, diminuita la capacità creativa. Musica, hobby o attività prima coinvolgenti possono non risultare più particolarmente attraenti o gratificanti;
  • Riduzione della viscosità e del volume dello sperma;

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Dopamina, la molecola del desiderio

“Dopamina: la chimica dei desideri” di Daniel Z. Lieberman e Michael E. Long Edizioni De Agostini 2023.

Libro scritto prevalentemente dallo psichiatra americano Daniel Z. Lieberman nel 2018 e tradotto in Italiano nel 2023 per la De Agostini. Un libro facilmente leggibile (sebbene a tratti noioso), scritto in modo molto semplice, che in modo un po’ riduzionistico stile statunitense, descrive la funzione dei principali circuiti dopaminergici nel nostro cervello.

Ho trovato spunti interessanti soprattutto riguardo alla reale funzione di questo neurotrasmettitore che non sarebbe responsabile diretto del senso del piacere come si pensava ma giocherebbe un ruolo fondamentale nelle ricerca del piacere, nell’immaginazione, nella creatività, nella capacità di prevedere e pianificare il futuro; é’ la molecola che, insieme allo sviluppo dei lobi frontali, ha contribuito a trasformare l’essere umano da individuo reattivo agli eventi a individuo attivo che gli eventi li prevede, li trasforma e li crea.

Ho trovato interessante soprattutto l’ultimo capitolo, ARMONIA (pag. 295) in cui l’autore avanza qualche suggerimento per ritrovare un giusto equilibrio (che oggi manca a tutti) tra il logorante desiderio senza fine della dopamina e l’appagamento gioioso del qui e ora che spegne (momentaneamente) i circuiti dopaminergici concedendoci un pò di relax e riposo. Il lavoro manuale artigianale e artistico sembrerebbe essere la strada maestra per ritrovare tale equilibrio (come ho sempre sostenuto).

Dal riassunto dell’autore:

L’arrivo di un messaggio inatteso da parte di qualcuno che amiamo, la prospettiva di una promozione sul lavoro, l’uscita imminente di una nuova stagione della nostra serie tv preferita.

Tutti conosciamo il sottile senso di euforia che corre sottopelle in queste situazioni, e in molte altre che scandiscono ogni giorno le nostre vite. Assai meno nota è invece la responsabile di questa sensazione inconfondibile, che pur senza accorgercene tendiamo immancabilmente a ricercare: la Dopamina.

Si è creduto a lungo che la dopamina, un neurotrasmettitore prodotto in diverse aree del nostro cervello, fosse solo la “molecola del piacere”. In questo libro innovativo e sorprendente, Daniel Z. Lieberman e Michael J. Long dimostrano che in realtà è molto di più: solo una cellula cerebrale su due milioni produce dopamina, eppure queste cellule esercitano sul comportamento umano un’influenza decisiva.

La dopamina è la molecola che ha permesso ai nostri antenati di sopravvivere e alla società di progredire; è, soprattutto, la molecola del desiderio, quella che scatena i nostri impulsi e ci induce a cercare stimoli sempre nuovi, che ci porta a esplorare luoghi sconosciuti e lontani, o che ci fa mettere a rischio un amore felice solo per l’ebbrezza di una nuova conquista.

Sesso, gioco d’azzardo, cibo, droghe. La dopamina pretende da noi sempre qualcosa in più, ma a quale prezzo? È possibile trovare il giusto equilibrio tra desiderio e soddisfazione?

Attraverso esperimenti scientifici, storie di vita quotidiana ed esempi tratti da cinema, musica, letteratura e serie tv, Lieberman e Long ci aiutano a comprendere come funziona davvero la chimica dei desideri, svelando cosa si nasconde dietro lo specchio delle nostre brame”.

A mio parere da leggere ma certamente senza perderci dietro troppo tempo. Anna Karenina di Tolstoj e un milione di altri classici della letteratura scritti quando ancora le neuroscienze non c’erano, vi offrono un’enormità di spunti in più per rendervi la vita felice.

A. Mercuri

 

Schizofrenia: condannati ai farmaci?

(Articolo aggiornato il 6 /11/2024)

La schizofrenia è un disturbo mentale cronico con manifestazioni psicopatologiche gravi quali deliri, allucinazioni, incoerenza e illogicità del pensiero e del comportamento. Ne è affetto dallo 0,5% all’1% della popolazione mondiale pertanto nel mondo vi sono dai 30 ai 60 milioni di schizofrenici. Continua a leggere