adolescenti e pornografia

“ …la ragazzina è stata invitata da tre suoi amici in un garage e lì convinta ad avere con loro un rapporto sessuale orale. Un incontro ripreso con i telefonini dagli amici. E sempre attraverso gli smartphone  condiviso e inoltrato. …”.

Questo stralcio preso da un quotidiano di qualche giorno fa’ si riferisce ad un fatto di cronaca avvenuto a Castelfranco in cui protagonisti sono tre ragazzini dai 14 ai 15 anni e una ragazzina di 13.

A proposito del sesso come gioco e innocua bravata tra adolescenti mi sembra evidente che questo fenomeno, dilagante tra i giovanissimi, sia conseguenza di una sessualità intesa come puro e innocuo divertimento al pari di un bicchiere di vino o un ballo.  Tale visione riduttiva e pericolosa di un sesso sganciato dalla funzione riproduttiva e dai legami affettivi è sicuramente favorita da quei filmati squallidi e deprimenti che si possono vedere nei siti pornografici gratuiti di internet, a portata di tutti con un semplice clic: è ovvio che la curiosità degli adolescenti riguardo al sesso li spinge ad esserne assidui fruitori e poi emulatori.  Fino a poco fa certi filmati erano vietati ai minori: come mai adesso solo perché c’è internet possono essere alla portata di tutti? Si tratta forse di una conquista di civiltà avere un internet stracarico di porcherie incensurabili e ad accesso libero anche per i bimbi? Ma a che livello di stanchezza e degrado morale siamo giunti se non abbiamo più la forza di reagire contro chi rovina i nostri figli piccoli? Se i signori della pornografia fanno affari d’oro, li fanno perché dietro ci sono gli adulti a finanziarli con acquisti vari se no quei siti chiuderebbero il giorno dopo. Quindi: censurare internet è da bigotti, vietarlo ai minori impossibile, costringere certi siti a chiudere illegale. E avere figli già stufi della vita a vent’anni cos’è? Un’inevitabile disgrazia?

A.M.

Finalmente un bell’esempio

Daniela e Davide, maghi
del formaggio a Pieve D’Alpago

 

 

di Andrea Ciprian

BELLUNO – Stanno conquistando i palati dei bellunesi con le loro squisite ricotte di pecora, vendute ogni sabato all’agrimercato di piazza Piloni, ma Davide Bortoluzzi eDaniela Pasinetti, la sua compagna, nella loro azienga agricola di Nusieda (in comune di Pieve d’Alpago, tra Sitran e Tignes, a 2 chilometri dalla zona industriale di Paludi) fanno molto altro. Tra le specialità dei due giovani pastori, 27 anni lui, 34 lei, ci sono anche la robiola, lo yogurt e i formaggi fatti con il latte di capra. Insieme hanno realizzato un sogno che covavano fin da bambini: vivere e lavorare a stretto contatto con la natura e con gli animali.

Davide, che da piccolo a Babbo Natale chiedeva le caprette e non i videogiochi, si è diplomato all’istituto tecnico, ma allo studio tecnico del padre ha preferito i pascoli delle montagne bellunesi sui quali conduce un gregge di 400 pecore. Daniela, di origini vercellesi, è geometra e anche lei alle scrivanie e alle code al catasto ha preferito gli spazi aperti in quota. Non ha ceduto neppure alle sirene della moda: il fotografo del suo paese, Rocco Toscani – figlio del celebre Oliviero – le propose di fare un book ma lei ha risposto che quello della modella era un mestiere che non le interessava.

Tecnocrazia

Leggevo sui quotidiani qualche giorno addietro la notizia relativa alla riuscita ibridazione del DNA con molecole ad esso estranee e facevo una riflessione: Continua a leggere

Abbondanza e continenza

L’abbondanza continua di cibo è una condizione molto recente (una cinquantina d’anni) che l’essere umano non è geneticamente nè psicologicamente preparato ad affrontare. Continua a leggere

Lavoro fisico e lavoro mentale

Oggi una gran parte di noi lavora seduto usando solo il cervello magari per otto o più ore al giorno.

Se guardiamo indietro però, i nostri antenati anche prossimi (nonni) lavoravano coi muscoli, utilizzando il cervello al servizio del movimento e non in modo autonomo come noi. Continua a leggere

Crisi economica e ritorno della sobrietà

Un’economia sana si basa sul risparmio delle risorse e non sul loro spreco, che siano o meno rinnovabili; si basa sul recupero e la riparazione di oggetti già esistenti e non sull’acquisto di oggetti sempre nuovi; Continua a leggere

Separazione dei coniugi e affidamento dei figli

Qualche giorno addietro è comparsa sui quotidiani la notizia di una madre di Treviso che da tempo sembra facesse assistere il proprio figlio di sette anni ai propri festini a base di sesso sfrenato. Il figlio sembra fosse stato affidato a lei dopo la separazione dal marito e, a distanza di sette mesi dai fatti accertati dalla magistratura, non si era ancora provveduto a togliergliene l’affido. Io certo non entro nel merito della faccenda ma colgo l’occasione per constatare come in Italia la consuetudine di affidare prevalentemente i figli minori alla madre con residenza presso la stessa sia uno standard che resiste anche laddove sarebbe meglio affidarli prevalentemente o esclusivamente al padre. Le tradizioni, si sa, sono tenaci soprattutto quando consentono di sbrigare la faccenda in pochi minuti usando lo stampino però dobbiamo ricordare che i tempi sono cambiati:

– le donne ormai lavorano quanto gli uomini e il tempo libero da dedicare ai figli è il medesimo.

– la pacatezza e la morigeratezza ( nel mangiare, nel bere, nel litigare, nella ricerca di divertimenti intensi e nelle abitudini sessuali) non sono più prevalenti nel ‘gentil sesso’.

– la tradizionale pazienza femminile è messa a dura prova dallo stile di vita stressante e con essa anche il noto “ senso materno”.

– l’amore, il senso di responsabilità per il proprio compito, la validità dell’impronta educativa che i padri possono esprimere nella quotidianità di un bambino non sono da meno rispetto alle madri.

– è un diritto psicologico anche del padre quello di non essere privato della gioia di ‘fare il genitore’, gioia che può esserci solo in un rapporto continuativo, intenso ed efficace con i propri bambini.

Mi sembra pertanto che la Giustizia dovrebbe entrare più nei dettagli di ogni singolo caso di separazione rompendo lo stereotipo dell’affido prevalente dei figli alla madre e non esitando, laddove sussistano motivazioni valide, a concederne al padre l’affidamento prevalente o esclusivo.

Angelo Mercuri

psicoterapia nella schizofrenia

Articolo tratto dal quotidiano on line doctor 33 del 10 febbraio 2014

Terapia cognitiva nella schizofrenia: valida alternativa ad antipsicotici

Per chi soffre di schizofrenia e non può o non vuole assumere farmaci antipsicotici, la terapia cognitiva potrebbe essere una valida alternativa, secondo uno studio pubblicato su The Lancet. Continua a leggere

Un caso di gioco d’azzardo

Qui di seguito riporto un caso clinico emblematico da me trattato circa due anni fà.

A.: un caso di Gioco d’azzardo Patologico (in remissione)

PRESENTAZIONE DEL CASO

Alvise 55 anni laureato in biologia insegna in un liceo classico della sua città. Continua a leggere

Gioco d’azzardo

Ancora dal libro dello psichiatra Luigi Gallimberti ‘Morire di piacere’ (dalla cura alla prevenzione delle tossicodipendenze) Ed BUR-Rizzoli 2012:

<< Sull’incremento dilagante del gioco d’azzardo si è soffermato in un articolo recente Gian Antonio Stella, che rileva come “fino a dieci anni fa gli italiani, popolo storicamente di risparmiatori, si giocavano al Lotto, al totocalcio e nelle lotterie circa 4 miliardi di euro Continua a leggere