Antidepressivi e peso corporeo

Per quanto riguarda l’aumento di peso, i triciclici (ATC) e tra essi soprattutto amitriptilina (Laroxil*), sembrano avere la maggiore propensione a provocarlo. Tra i post-ATC (intendo tutti gli antidepressivi sintetizzati dopo i triciclici) ricordo invece mirtazapina (Remeron*), soprattutto nelle fasi iniziali di trattamento quando il suo effetto antistaminico è ancora forte: incrementa decisamente sonno ed appetito. Ancora, superate le prime settimane di assestamento, fa aumentare di peso la paroxetina (Sereupin*).
Tra quelli che invece fanno dimagrire troviamo imipramina (Tofranil*, progenitore della clomipramina Anafranil*), bupropione (Welbutrin*, usato nelle depressioni atipiche in cui prevalgono iperfagia e ipersonnia per le sue caratteristiche stimolanti che fanno diminuire sonno e appetito; per le sue proprietà stimolanti viene anche utilizzato nel disturbo ADHD), fluoxetina (Prozac*) che accanto all’effetto serotoninergico ha uno spiccato effetto stimolante noradrenergico e sertralina (Zoloft*) che oltre a serotoninergica è anche dopaminergica.
In generale, l’aumento di appetito, peso e sonno sono associati e proporzionali al potere sedativo della molecola conferitogli soprattutto dalla componente antistaminica. L’opposto vale per le molecole con effetto stimolante che viene conferito loro dalle proprietà dopaminergica e/o noradrenergica.

A. Mercuri

Disturbi gastrointestinali da antidepressivi

Sono quasi esclusivamente lamentati da chi assume un cosiddetto post-ATC (ATC significa in gergo Antidepressivo Tri Ciclico) cioè una molecola facente parte di quella nuova generazione di antidepressivi successiva ai triciclici (Clomipramina, Anafranil*e Amitriptilina, Laroxil* sono i più noti e ancora usati) e il cui capostipite è stato il famosissimo Prozac (fluoxetina, 1990 circa). Inappetenza, nausea, vomito, diarrea, perdita di peso sono sintomi lamentati dal 50% di comincia ad assumere un post-ATC e possono durare da qualche giorno a qualche settimana, poi si attenuano; sono inoltre dose dipendenti nel senso che, se si sale  gradualmente partendo da bassi dosaggi (dando il tempo all’organismo di abituarsi), sono più blandi e sopportabili.

Responsabile di tali disturbi è il brusco aumento di serotonina che è un potente stimolante diretto e indiretto dell’apparato gastrointestinale. Coi Triciclici, pur essendo anch’essi dotati di una componente serotoninergica, i disturbi da serotonina sono ampiamente compensati dall’effetto anticolinergico, che tende a ridurre l’attività gastrointestinale incrementando, fin dall’inizio, appetito e peso e dando, all’opposto, rallentato transito intestinale con possibile stitichezza (a dosaggio alto e in persone predisposte). I più implicati tra i post-ATC nei disturbi gastrointestinali, sono fluvoxamina (Maveral*), fluoxetina (Prozac*) per tutti i disturbi, venlafaxina (Efexor*) per nausea e vomito, sertralina (Zoloft*) per diarrea. Il meno coinvolto sembra essere l’escitalopram (Cipralex*).

La mirtazapina (Remeron*) invece, non dà disturbi gastrointestinali anzi, per la sua proprietà di bloccare i recettori 5-HT tipo 3 del cervello (un sottotipo di recettori per la serotonina, la quale è anche denominata 5-HydroxyTryptamine da cui l’acronimo) ha un effetto anti-nausea e anti-vomito che può essere fruttato per correggere i disturbi gastrointestinali degli altri post-ATC. Continua a leggere