Ashwaganda per depressione, ansia e insonnia

Ashwaganda è il nome indiano dell’estratto della radice della piccola pianta Whitania Somnifera che significa “Odore di cavallo”, dall’odore caratteristico della radice polverizzata di questa pianta. L’antica medicina Ayurvedica non trascurava questa coincidenza e notava come tale pianta conferisse a chi la assumeva la forza e la virilità del cavallo. Al di là della secolare constatazione della medicina ayurvedica, gli studi attuali sembrano confermare l’azione antidepressiva, ansiolitica e migliorativa del sonno di Ashwaganda e sembra che il meccanismo d’azione principale di tale pianta sia l’abbassamento del livello del cortisolo, ormone delle surrenali che nelle condizioni di stress cronico porta a depressione. Un altro importante e documentato effetto di Ashwaganda è quello antinfiammatorio: tale estratto è infatti in grado di moderare la produzione di citochine pro-infiammatorie (che sono depressogene). Ancora, Ashwaganda migliora il sonno (non per nulla il suo nome scientifico è Ashwaganda Somnifera). Altre azioni scientificamente documentate sono l’azione afrodisiaca, forse per aumentata produzione di testosterone e il miglioramento delle prestazioni cognitive. Da notare come in Ashwaganda vi siano circa 80 principi attivi che agiscono insieme dando come risultato finale gli effetti su menzionati: non sarebbe dunque UNA SOLA sostanza responsabile di tali effetti ma l’azione sinergica di 80 principi attivi presenti nella radice della pianta che lavorano in squadra per dare il noto effetto finale; e questo è vero per tutta la fito-terapia ed è ciò che la rende una materia affascinante ma assai complessa da indagare a livello scientifico: un conto è studiare cosa fa UNA sostanza come potrebbe essere la Paroxetina ad esempio e un conto è capire come interagiscono tra loro OTTANTA sostanze con azioni diverse per dare il risultato finale. Buon futuro alla fitoterapia, dunque!

A. Mercuri

Trittico, un farmaco con molte qualità

Gentili lettori, come sapete io ho molta simpatia per il farmaco Trittico (Trazodone) ed in particolare per quello a rilascio prolungato. Perchè? Perché, come dice il nome, Trittico ha prevalentemente tre funzioni: antidepressiva, ansiolitica e ipnoinducente; tali tre funzioni sono contemporanee a qualsiasi dosaggio ma per raggiungere un effetto antidepressivo pieno generalmente si devono superare i 75 mg mentre se assunto solo per l’insonnia o l’ansia può bastare un dosaggio più basso, di solito non più di 75 mg.

Gli effetti collaterali a dosaggi alti diciamo dai 150 mg in sù possono essere sedazione, sonnolenza, ipotensione ortostatica e, in alcuni soggetti, naso un po’ chiuso e mal di testa. Per il resto, Trittico non ha rilevanti effetti collaterali essendo praticamente privo di azione anticolinergica (presente invece, ad esempio, in Laroxyl che per questo, a dosaggi alti, tende a dare stitichezza, ritenzione urinaria, qualche disturbo della visione da vicino, bocca asciutta, necessità di controllare la pressione dell’occhio); ancora, Trittico non provoca rigidità, ansia motoria (acatisia) o apatia-demotivazione-pigrizia come tendono a fare invece i farmaci inibitori del sistema dopaminergico cerebrale (antipsicotici in primis ma anche antidepressivi serotoninergici).

Cosa rilevante poi, Trittico è uno dei pochi antidepressivi efficaci a non dare disturbi sessuali anzi, a dosaggi bassi (diciamo fino a 75 mg) viene talvolta usato per curare i disturbi sessuali maschili e femminili. Ancora, mentre la maggior parte degli antidepressivi tende a rovinare Continua a leggere