Stress cronico

(Articolo di Milica Vasić, psicologa-psicoterapeuta cognitivo-comportamentale)

I disturbi mentali – schizofrenia, depressione, disabilità intellettuali, disturbi da uso di droghe-  sono caratterizzati da una combinazione anormale di pensieri, emozioni, comportamenti e rapporti con gli altri; tali disturbi sono molto comuni in tutto il mondo, interessando ogni comunità e tutte le fasce d’età.  

Nella fase attuale il progredire delle ricerche ha suggerito che ogni malattia, potenzialmente, ha componenti psicosomatiche ed è inesatto porre rigide distinzioni tra malattie psicosomatiche e non. Date le strette connessioni che numerose ricerche hanno provato tra mente e corpo e tra cervello e sistemi biologici periferici, si ritiene che qualsiasi patologia fisica possa risentire in qualche misura di fattori psichici ed emozionali.

Fattori psicologici possono influenzare la salute fisica in diverse condizioni e le  prove a riguardo derivano da studi di laboratorio che dimostrano le modificazioni di vari organi e sistemi biologici sotto stress e da studi clinici su pazienti i quali hanno rilevato rapporti tra personalità, eventi, situazioni stressanti di vita e insorgenza di varie malattie.

Il problema diventa quello di valutare, caso per caso e malattia per malattia, se e quanto tali fattori possano avere influenza sui meccanismi biologici che si trovano alla base delle singole patologie e documentare tale influenza sulla scorta di indagini cliniche.

Il perdurare della condizione di stress causa la diminuzione dei dendriti delle cellule neuronali dell’Ippocampo e  della Corteccia Prefrontale, compromettendo i  processi decisionali e la capacità mnesica relativa all’esperienza soggettiva; lo stress cronico provoca inoltre un incremento di attività dell’Amigdala ove avviene pure un aumento dei dendriti e questo potenziamento di attività dell’Amigdala rende l’individuo più sensibile a paura e stress.

Se si “spegne lo stress”, la morfologia di tali aree ritorna normale.

Tuttavia in alcune persone si evidenzia la mancata capacità di recupero e  si possono sviluppare i  disturbi come disturbo da stress post-traumatico e disturbi depressivi. Bisogna intervenire o con i farmaci o con le tecniche comportamentali, in alcuni casi con entrambi per recuperare la plasticità neuronale. (Bruce S. McEwen1,* and John H. Morrison;Neuron 79, July10,2013)

La Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI), ha l’obiettivo di chiarire le relazioni tra funzionamento psicologico, secrezione di neurotrasmettitori a livello cerebrale, ormoni da parte del sistema endocrino e funzionamento del sistema immunitario. Tutti questi sistemi mostrano mutamenti di vari parametri in seguito alle intense sollecitazioni emozionali dello stress cronico.  Gli eventi scatenanti la condizione di stress possono essere molto differenti da individuo a individuo variando quindi non tanto secondo le caratteristiche oggettive dello stimolo o situazione, quanto secondo il significato che per un determinato soggetto esse assumono.

Molte ricerche e hanno evidenziato l’importanza dell’interazione fra fattori genetici e ambiente per quanto riguarda il  rischio di sviluppare una determinata malattia e la vulnerabilità genetica potrà o meno esprimersi in patologia a secondo della presenza o assenza di stimoli ambientali stressanti. In particolare, importanti eventi ambientali verificatesi  nei primi periodi della vita in soggetti geneticamente predisposti potrebbero incidere sullo sviluppo e sulla funzionalità del sistema nervoso centrale determinando anomalie che a loro volta andrebbero ad aumentare  la vulnerabilità nei confronti dello sviluppo della malattia.