Paul Erdòs, biografia e aneddoti

Paul Erdős nacque il 26 marzo 1913 a Budapest, all’epoca città parte dell’Impero austro-ungarico (attualmente capitale dell’Ungheria, stato sorto nel 1918 dalle ceneri dell’Austria-Ungheria), da una famiglia ebraica non praticante. Fin da bambino Erdős dimostrò un grande talento matematico, tanto da venire accettato dai matematici ungheresi come loro pari. Sebbene la sua grandezza come matematico fosse riconosciuta e confermata dai numerosi premi ricevuti, Erdős divenne famoso per il suo stile di vita “vagabondo”: tra una conferenza e l’altra girovagava tra i continenti presentandosi alla porta dei suoi colleghi matematici annunciando “la mia mente è aperta”. Questa frase significava che egli era pronto a lavorare con il collega e si aspettava che questi lo ospitasse a casa sua durante la loro collaborazione. Erdős era in grado di lavorare anche per 20 ore al giorno e ciò spesso metteva a dura prova la capacità di concentrazione dei padroni di casa, che non erano abituati a tali ritmi. Erdős era solito ripetere, riguardo a questa sua strana abitudine, un motto diventato famoso: “Another roof, another proof” (un altro tetto, un’altra dimostrazione). Erdős era una persona ossessionata dalla matematica e non desiderava soldi o fama. Infatti la maggior parte del denaro che riceveva per le conferenze lo donava per cause benefiche, tenendo per sé solo quanto era sufficiente a soddisfare il suo frugale stile di vita. Dava soldi a tutti i mendicanti. Quando riscosse il suo primo stipendio fu avvicinato da un pover’uomo che gli chiese i soldi per una tazza di tè. Allora tirò fuori dalla busta una piccola somma, che tenne per sé, e gli diede tutto il resto. Si può dire che semplicemente non si curava affatto di ciò che non era matematica. “Alcuni socialisti francesi hanno detto che la proprietà è un furto — diceva. — Io penso che più che altro sia una seccatura. “Non aveva una casa e tutte le sue proprietà materiali erano stipate in due logore valigie che lo accompagnavano ovunque andasse. Dopo il 1971 Erdős incominciò a far uso di anfetamine per poter lavorare meglio. Un suo amico preoccupato per la sua salute lo sfidò a non assumere anfetamine per un mese scommettendo 500 dollari. Erdős vinse la scommessa e dopo aver ritirato la sua vincita disse all’amico: “Ti ho dimostrato che non sono un drogato, ma tu hai fatto perdere un mese di teoremi e dimostrazioni alla matematica. Prima quando mi sedevo davanti a un foglio bianco la mia mente si riempiva di idee e teoremi mentre adesso quando vedo un foglio bianco vedo solo un foglio bianco.” Subito dopo aver vinto la scommessa Erdős riprese le vecchie abitudini. Erdős sviluppò un proprio vocabolario personale: spesso parlava del Libro riferendosi a un ipotetico libro, posseduto da Dio, nel quale erano racchiuse tutte le dimostrazioni sviluppate nella forma più elegante. Quando vedeva una dimostrazione particolarmente elegante e ben fatta era solito affermare che essa venisse direttamente dal Libro. Nel personale vocabolario di Erdős “capo” indicava una donna, “schiavo” un uomo, “epsilon” un bambino (epsilon, in matematica, indica una quantità piccola), “veleno” gli alcolici, “rumore” la musica, “predicare” il tenere una conferenza di matematica, e così via. Erdős utilizzava un suo proprio gergo anche per indicare gli Stati: Samlandia erano gli Stati Uniti d’America (dalla figura dello Zio Sam), mentre Joseplandia era l’URSS (da Josif Stalin). Per il suo epitaffio ha suggerito: “Adesso ho finito di diventare più stupido” (ungherese: Végre nem butulok tovább). Curiosa e anche inquietante la sua idea di Dio, che negli anni quaranta cominciò a chiamare SF, vale a dire Sommo Fascista, immaginandolo infatti come una sorta di despota cosmico. “Con tante brutte cose nel mondo,” spiegava “non sono sicuro che Dio, ammesso che esista, sia buono”. Ammirava il romanzo di Anatole France La rivolta degli angeli, in cui Dio è rappresentato malvagio e il diavolo buono. “L’SF ci ha creati per godersi le nostre sofferenze; concludeva “più presto moriamo più presto sventiamo i Suoi piani”. È morto a causa di un attacco di cuore il 20 settembre 1996 durante un congresso a Varsavia. Paul Erdős, è stato uno dei più prolifici ed eccentrici matematici della storia. Ha lavorato e risolto problemi legati alla teoria dei grafi, combinatoria, teoria dei numeri, analisi, teoria dell’approssimazione, teoria degli insiemi e probabilità.

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