Economia italiana & Stranieri

Un Paese può dirsi stabile e in equilibrio solo quando è la sua popolazione a produrre i beni e i servizi che desidera, di cui si serve e di cui necessita. Se un Paese non vuole o non riesce a produrre ciò che usa, significa che ciò che usa non è alla sua altezza o non fa parte della sua natura, della sua cultura o dei suoi reali desideri. E’ un Paese con un futuro fosco perché mantenuto da altri e ostaggio dell’altrui volere.

Tradotto, se abbiamo bisogno di africani, cinesi, bengalesi, moldavi, rumeni, filippini, ecc. per mandare avanti la nostra economia significa che siamo dei mantenuti e come tutte le persone che vivono sulle fatiche altrui subiamo e subiremo sempre più imposizioni e umiliazioni, frutto di convivenze forzate.

Se non siamo in grado o non vogliamo produrre le merci di cui ci serviamo (ci pensano gli africani e i bengalesi), non aggiustiamo più i nostri abiti e i nostri apparecchi elettrici (ci pensano i cinesi), non assistiamo più i nostri genitori (ci pensano le donne rumene e moldave), non accogliamo più i turisti nei nostri alberghi (lo fanno benissimo i filippini), l’Italia è ancora un Paese con una identità propria? Abbiamo ancora il diritto di dire con orgoglio che la bella Italia è il nostro Paese? Possiamo ancora lamentarci se gli stranieri che ci mantengono portano i loro usi e costumi, eventuale delinquenza compresa? E se per egoismo o non so cos’altro non facciamo più figli, possiamo lamentarci se seduti sui banchi di scuola ci sono quasi più stranieri che italiani?

Se qualche economista dice che tutto questo è inevitabile, io allora non mi spiego il perché in Alto Adige, che è Italia, l’economia è orgogliosamente in mano agli altoatesini e per la strada vedi stranieri solo tra i turisti. E i prodotti e i servizi di cui gli altoatesini si servono sono di ottima qualità e fatti con le loro stesse mani nelle loro stesse fabbriche e venduti da loro stessi nei propri negozi. E i loro pulitissimi alberghi e ristoranti sono condotti prevalentemente e orgogliosamente da personale del posto. Se possono farlo gli altoatesini e lo fanno addirittura all’interno del territorio italiano e sotto le leggi e i regolamenti italiani perché il resto dell’Italia ha un bisogno critico di lavoratori-servitori stranieri?

1 commento

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  1. Claudio
    Claudio dice:

    Questo accade quando i bambini vengono subito bombardati da informazioni sbagliatissime…
    Così accade che certi mestieri non li vuole fare più nessuno e che si sia dilagata la cultura del NON lavoro.
    Risultato: tanti ragazzi infelici che buttano via le loro vite perché non trovano il lavoro “dei sogni”…

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