Dipendenza da alcool

A partire dalla fine del ventesimo secolo l’alcolismo è stato considerato un disturbo che comporta dipendenza. E’ caratterizzato da un consumo compulsivo e incontrollato di alcol, di solito a scapito della salute del bevitore, delle sue relazioni e della posizione sociale.

Come per altre dipendenze da droghe, l’alcolismo è considerato come una malattia curabile. Il termine alcolismo è ampiamente usato ed è stato coniato nel 1849 da Magnus Huss, ma in medicina il termine è stato sostituito dal concetto di “abuso di alcol” e “dipendenza da alcol” come specificato nel DSM III del 1980. Allo stesso modo, nel 1979, un comitato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha consigliato l’abbandono dell’uso del termine “alcolismo” come entità diagnostica, preferendo la categoria di “sindrome da dipendenza da alcool”.

I meccanismi biologici alla base dell’alcolismo sono incerti, tuttavia, fattori di rischio includono l’ambiente sociale, lo stress, la salute mentale, la predisposizione genetica, l’età, l’etnia e il sesso. L’abuso a lungo termine di alcool produce cambiamenti fisiologici nel cervello come la tolleranza e la dipendenza fisica. Tali cambiamenti della chimica del cervello portano all’alcolista l’incapacità compulsiva di smettere di bere. I danni dall’abuso di alcol colpiscono quasi ogni organo del corpo, compreso il cervello, causando una serie di disturbi medici e psichiatrici.

L’alcolismo è la presenza costante della tolleranza, dell’astinenza e dell’uso eccessivo di alcol. L’incapacità del bevitore di controllare l’assunzione di alcol, nonostante la consapevolezza del proprio danno alla sua salute, indica che la persona potrebbe essere un alcolizzato. La diagnosi è realizzabile grazie a dei questionari e la disintossicazione avviene grazie a terapie di gruppo e all’utilizzo di farmaci come le benzodiazepine per la cura dei sintomi di astinenza. Spesso gli alcolisti sono anche dipendenti da altre droghe, la maggior parte benzodiazepine, ciò potrebbe richiedere ulteriori cure mediche. Rispetto agli uomini, le donne sono più sensibili all’alcol e più inclini a subire i deleteri effetti fisici, cerebrali e mentali. Le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità parlano di 140 milioni alcolisti in tutto il mondo.

In clinica ci si riferisce all’alcolismo anche mediante l’utilizzo del termine latino potus (potare, bere) per indicare la compulsione a bere alcolici.

L’alcolismo comporta una maggiore tolleranza e una dipendenza fisica dal’alcol che colpisce la capacità dell’individuo di controllarne il consumo. Si ritiene che queste caratteristiche siano la causa dell’incapacità di smettere di bere da parte di un alcolista. L’alcolismo può avere effetti negativi sulla salute mentale, causando disturbi psichiatrici e un aumento del rischio di suicidio.

L’abuso a lungo termine di alcol può causare una serie di sintomi fisici, tra cui la cirrosi epatica, pancreatite, epilessia, polineuropatia, demenza alcolica, malattie cardiache, carenze nutrizionali e disfunzioni sessuali, talvolta queste complicanze possono avere un esito fatale. Altri effetti fisici includono un aumentato rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, il malassorbimento dei nutrienti, malattie epatica dovuto all’alcol e il cancro. Danni al sistema nervoso centrale e al sistema nervoso periferico possono verificarsi con un consumo di alcol sostenuto.

Le donne sviluppano complicanze da dipendenza da alcol più rapidamente rispetto agli uomini. Inoltre, le donne hanno un tasso di mortalità superiore di alcolismo rispetto agli uomini. Esempi di complicanze a lungo termine includono danni al cervello, al cuore, al fegato e un aumento rischio di cancro al seno. Inoltre, l’eccessivo consumo di alcol può avere un effetto negativo sulla capacità riproduttiva come la riduzione della massa ovarica, problemi o irregolarità nel ciclo mestruale e menopausa precoce.

L’abuso a lungo termine di alcol può causare una vasta gamma di problemi di salute mentale. Gravi problemi cognitivi non sono rari. Circa il 10 per cento dei casi di demenza sono legati al consumo di alcol, il che lo rende la seconda causa di demenza.

Disturbi psichiatrici sono comuni negli alcolisti, con ben il 25 per cento che soffre di gravi disturbi. I sintomi più frequenti sono ansia e depressione. Psicosi, confusione e sindrome cerebrale organica possono essere causate dall’abuso di bevande alcoliche e ciò può portare ad una errata diagnosi di schizofrenia. Attacchi di panico possono svilupparsi o aumentare nei soggetti dediti all’alcol.

La correlazione del disturbo depressivo maggiore e l’alcolismo è ben documentata. Vengono fatte delle distinzioni tra episodi depressivi dovuti all’astinenza dall’alcol (“indotti da sostanze”) e di episodi depressivi primari e non associati alla dipendenza (“episodi indipendenti”). Un utilizzo supplementare di altri farmaci può aumentare il rischio di depressione.

I disturbi psichiatrici variano a seconda del sesso. Le donne che presentano disturbi correlati all’uso dell’alcol hanno anche diagnosi psichiatriche come depressione, ansia, attacchi di panico, bulimia, disturbo post-traumatico da stress (PTSD) o disturbo borderline di personalità. Gli uomini alcolisti presentano invece caratteristiche di disturbo di personalità di tipo narcisistico, antisociale, disturbo bipolare, schizofrenia, sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Le donne affette da alcolismo hanno maggiori probabilità di avere una storia di violenza fisica o sessuale, spesso domestica, rispetto a quelli della popolazione generale.

I problemi sociali derivanti dall’alcolismo sono gravi e causati dalla alterazione patologica del cervello e dagli effetti inebrianti dell’alcol. L’abuso di alcol è associato ad un aumentato rischio di commettere reati, compresi gli abusi sui minori, violenze domestiche, stupro, furti e aggressioni.[38]L’alcolismo è associato alla perdita del proprio posto di lavoro, che può portare a problemi finanziari. Bere in momenti inappropriati può portare a conseguenze legali, come la denuncia penale per guida in stato di ebbrezza o disordine pubblico oppure a sanzioni civili per il comportamento illecito.

Il comportamento di un alcolizzato può avere un impatto profondo in coloro che gli stanno vicino e può portarlo all’isolamento dalla famiglia e dagli amici. Questo isolamento può portare a conflitti coniugali e divorzi o contribuire alla violenza domestica. L’alcolismo può anche portare ad abbandono di minori con conseguente danno permanente per lo sviluppo emotivo dei figli di alcolisti.

Come nel caso di sostanze simili con meccanismi sedativi-ipnotici meccanismo, come i barbiturici e benzodiazepine, l’uscita dalla dipendenza da alcol può essere fatale se non viene correttamente gestita. L’effetto primario dell’alcol è l’aumento della stimolazione del recettore GABA-A, promotore della depressione del sistema nervoso centrale. Con il ripetuto consumo di alcol, questi recettori vengono desensibilizzati e ridotti di numero, con la conseguente tolleranza e dipendenza fisica. Quando il consumo di alcol viene interrotto troppo bruscamente, il sistema nervoso della persona soffre. Questo può portare a sintomi che includono ansia, attacchi epilettici, delirium tremens, allucinazioni e scompensi cardiaci. Altri neurotrasmettitori sono coinvolti, in particolare la dopamina, la NMDA e il glutammato.

I sintomi acuti da astinenza tendono a diminuire dopo 1-3 settimane. Sintomi meno gravi (ad esempio, l’insonnia e l’ansia) possono continuare a far parte di una sindrome da astinenza anche dopo un anno o più.  I sintomi da astinenza cominciano poi a placarsi come il sistema nervoso tende a ripristinare il suo funzionamento verso la normalità.

Una serie complessa di fattori genetici e ambientali influenzano il rischio di sviluppo dell’alcolismo. I geni che controllano il metabolismo dell’alcol influenzano anche il rischio di alcolismo, e ciò può essere indicato da una storia familiare di dipendenza. Uno studio ha individuato che l’uso di alcol in età precoce può influenzare l’espressione dei geni che aumentano il rischio di dipendere dall’alcol.

Traumi infantili gravi sono anche associati ad un aumento generale del rischio di dipendenza dalle sostanze. La mancanza di sostegno da parte della famiglia e degli amici è associata ad un aumentato rischio di sviluppare l’alcolismo. La predisposizione genetica e l’età adolescenziale sono associati ad una maggiore sensibilità agli effetti neurotossici dell’abuso cronico di alcol.

Atteggiamenti e stereotipi sociali possono creare ostacoli alla rilevazione e al trattamento dell’abuso di alcool, specialmente nelle donne. La paura della stigmatizzazione sociale può portare le donne a negare di essere affette da una condizione medica e le può portare a bere in solitudine. Questo fatto, a sua volta, porta la famiglia, i medici e gli altri ad essere meno propensi a sospettare che una donna sia alcolizzata. Al contrario, la riduzione della paura della stigmatizzazione può condurre gli uomini ad ammettere più facilmente la loro condizione e a portarli a bere in gruppo e a mostrarsi pubblicamente.

Diversi strumenti possono essere utilizzati per rilevare una perdita di controllo nel consumo di alcol. Questi strumenti sono per strutturati come questionario. Essi si avvalgono di un punteggio o riscontro che riassume la gravità generale del consumo di alcol.

Il questionario CAGE, chiamato per le sue quattro domande è un esempio che può essere utilizzata per inquadrare velocemente i pazienti.

Due “sì” risposte indicano che la situazione del paziente deve essere approfondita ulteriormente. Il questionario pone le seguenti domande:

Questionario CAGE

Cut down

Ha mai avvertito la necessità di ridurre l’assunzione di alcol?

Annoyed

È mai stato infastidito da persone che hanno criticato la sua eccessiva assunzione di alcolici?

Guilty

Si è mai sentito in colpa o a disagio per aver assunto degli alcolici?

Eye opener

Ha mai bevuto un bicchiere appena sveglio per combattere l’ansia o eliminare i postumi della sbornia?

Il questionario CAGE ha dimostrato una elevata efficacia nel rilevare problemi alcol correlati. Tuttavia ha dei limiti nelle persone con problemi alcol correlati meno gravi, con le donne bianche e con gli studenti universitari.

Altri test sono a volte utilizzati per la rilevazione della dipendenza da alcol, come ad esempio l’ Alcohol Dependence Data Questionnaire, che è un test diagnostico più sensibile rispetto al questionario CAGE. Esso aiuta a distinguere una diagnosi di dipendenza da alcol da un uso normale di alcol. Il Michigan Alcohol Screening Test (MAST) è uno strumento di screening per l’alcolismo ampiamente utilizzato dai tribunali per determinare la condanna appropriata per le persone condannate per reati connessi con l’alcol, di cui la guida in stato di ebbrezza è il più comune. L’Alcohol Use Disorders Identification Test (AUDIT) è un questionario di screening sviluppato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ed è unico nel suo genere in quanto è stato convalidato in sei paesi e viene usato a livello internazionale. Come il questionario CAGE, utilizza una serie di semplici domande, un punteggio elevato comporta la necessarietà di un approfondimento diagnostico.[60] Il Paddington Alcohol Test (PAT) è stato pensato per lo screening dei problemi alcol correlati tra quelli che hanno sviluppato infortuni e hanno dovuto accedere alle strutture di pronto soccorso.

I genetisti psichiatrici John I. Nurnberger, Jr., e Laura Jean Bierut ritengono che l’alcolismo non abbia una singola causa, tra cui una genetica, ma che i geni svolgano comunque un ruolo importante influenzando i processi del corpo e del cervello che interagiscono tra loro e con la vita di un individuo. Gli studiosi hanno inoltre riferito di aver identificato meno di una dozzina di geni correlabili all’alcolismo, ma probabilmente altri devono essere ancora scoperti.

Almeno un test genetico esiste per un allele correlato alla dipendenza da alcolismo e da oppiacei.[63] Il gene umano del recettore della dopamina ha una variazione rilevabile denominata polimorfismo DRD2 Taq I. Coloro che possiedono l’allele A1 (variazione) di questo polimorfismo hanno una piccola tendenza, ma significativa, verso la dipendenza da oppiacei ed endorfine che vengono rilasciate da sostanze come l’alcool. Anche se questo allele è leggermente più comune negli alcolisti e nei tossicodipendenti da oppiacei, non è per sé un fattore predittivo adeguato di alcolismo e alcuni ricercatori sostengono che le prove per DRD2 siano contraddittorie.

La diagnosi DSM-IV di dipendenza da alcol rappresenta un approccio alla definizione di alcolismo. Secondo il DSM-IV, una diagnosi di dipendenza da alcol è:

« … uso di alcol disadattivo con compromissione clinicamente significativa, come manifestato, in qualsiasi periodo dell’anno, da almeno tre dei seguenti segni: tolleranza, astinenza, assunzione in quantità maggiore o nel corso di più tempo del previsto; desiderio o tentativi infruttuosi di ridurre o controllarne l’uso; grande quantità di tempo speso per l’ottenimento, l’utilizzo o il recupero da utilizzare, attività sociale, lavorativo o ricreative abbandonato o ridotte, l’uso continuato nonostante la conoscenza di conseguenze fisiche o psicologiche.

Esistono test affidabili per l’uso effettivo di alcol, un test comune è la ricerca del contenuto di alcol nel sangue (BAC). Questi test non distinguono alcolisti da non-alcolisti, tuttavia, l’abitudine a bere per lungo tempo porta ad effetti ben riconoscibili sul corpo, tra cui:

  • Macrocitosi (MCV allargata)
  • GGT elevata
  • Aumento moderato di AST e ALT e un rapporto AST:ALT rapporto di 2:1
  • Alta transferrina carboidrato carente (CDT)

Tuttavia, nessuno di questi esami del sangue per marcatori biologici può essere utilizzato come metodo di screening.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Unione Europea, altri organismi, governi e parlamenti nazionali hanno adottato politiche sull’alcol, al fine di ridurre i danni dell’alcolismo. Il target di questi interventi è stato indirizzato verso gli adolescenti o i giovani adulti. Tra le iniziative intraprese: l’aumento dell’età minima in cui si può acquistare bevande alcoliche e il divieto di pubblicizzarle. Sono inoltre state realizzate campagne basate sui mass-media per informare sulle conseguenze dell’abuso di alcolici. Sono inoltre state suggerite delle linee guida per i genitori e per gli adolescenti con problemi di alcolismo.

Trattamento

I trattamenti per l’alcolismo sono molteplici. La maggior parte dei trattamenti si concentra su come aiutare le persone ad interrompere l’assunzione di alcol seguito dalla modifica dello stile di vita e dal sostegno sociale al fine di aiutarli a resistere a un ritorno al consumo di alcol. Dal momento che l’alcolismo coinvolge molteplici fattori che favoriscono una persona a continuare a bere, tutti questi fattori devono essere affrontate al fine di prevenire una ricaduta. Un esempio di questo tipo di trattamento di disintossicazione è strutturato da una combinazione di terapia di supporto, dalla partecipazione a gruppi di auto aiuto e il continuo sviluppo della forza di volontà. Le comunità di trattamento per l’alcolismo generalmente sostengono l’astinenza totale con un approccio di tolleranza zero verso l’alcol, ma ce ne sono alcune che promuovono un approccio di progressiva riduzione.

Disintossicazione

La disintossicazione dall’alcool è un arresto brusco del consumo di alcol, realizzato spesso grazie alla sua sostituzione con dei farmaci, come le benzodiazepine, che hanno effetti simili e prevengono l’astinenza. Gli individui che sono a rischio solo di lievi o moderati sintomi di astinenza possono disintossicarsi come pazienti ambulatoriali. Persone più a rischio di sindrome da interruzione grave, così come coloro che hanno condizioni di comorbidità significative o acute, vengono generalmente trattate con un ricovero ospedaliero. La disintossicazione non è in realtà un trattamento per l’alcolismo, ma il primo passo per iniziare altri programmi che portino alla riduzione del rischio di recidive.

Terapia di gruppo e psicoterapia

Varie forme di terapia di gruppo o di psicoterapia possono essere utilizzate per affrontare i problemi psicologici sottostanti correlati alla dipendenza da alcol oltre a fornire elementi di prevenzione dalle ricadute. Il mutuo-aiuto di un gruppo di consulenza è uno dei modi più comuni per aiutare gli alcolisti mantenere la sobrietà. Alcolisti Anonimi è stata una delle prime organizzazioni create per fornire reciproco aiuto non professionale ed è ancora la più grande. Altri includono, SMART Recovery, Women For Sobriety e gruppi Familiari Al-Anon quest’ultimi per amici e familiari di alcolisti.

Razionamento e moderazione

Programmi di razionamento e moderazione consentono di non dover portare l’alcolista alla completa astinenza. Mentre la maggior parte degli alcolisti non sono in grado di limitare il loro consumo, alcuni riescono a tornare a bere in maniera moderata. Uno studio del 2002 della statunitense National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism (NIAAA) ha dimostrato che il 17,7% degli individui diagnosticati come alcolisti dopo un anno torna ad un basso rischio di dipendenza. Questo gruppo di ex-alcolisti, tuttavia, ha mostrato meno i sintomi iniziali della dipendenza. Successivi studi hanno dimostrato che in un arco di tempo superiore, chi non è riuscito a smettere del tutto di bere è soggetto a frequenti ricadute.

Farmaci

Una varietà di farmaci possono essere prescritti come una parte del trattamento per l’alcolismo.

I farmaci attualmente in uso

Antabuse (disulfiram) impedisce l’eliminazione dell’acetaldeide, una sostanza chimica che il corpo produce quando il quantitativo di etanolo scende. L’acetaldeide è di per sé la causa di alcuni sintomi postumi del consumo di alcol. L’effetto complessivo è il grave disagio che si ha dopo l’assunzione di alcol: una sbornia estremamente rapida e di lunga durata. Questo scoraggia un alcolizzato da bere in quantità significative mentre è sotto l’effetto del farmaco. Un recente studio durato nove anni ha rilevato che l’assunzione sotto controllo di questo farmaco, correlato ad un programma di trattamento completo, ha portato ad un tasso di astinenza di oltre il 50%.

Temposil (calcio carbimide) funziona nello stesso modo dell’Antabuse. Ha un vantaggio in quanto gli effetti avversi occasionali di disulfiram, l’epatotossicità e la sonnolenza non si verificano con questo.

Naltrexone è un antagonista competitivo dei recettori degli oppioidi, di fatto funziona bloccando gli effetti delle endorfine e degli oppiacei. Il Naltrexone è usato per diminuire il desiderio di alcool e incoraggiare l’astinenza. L’alcol induce il corpo a rilasciare endorfine che a sua volta rilasciano dopamina e attivano i percorsi ricompensa. Il Naltrexone quindi, quando è assunto, porta ad una riduzione degli effetti piacevoli del consumo dell’alcol.

Campral (Acamprosate) stabilizza la chimica del cervello che viene alterata a causa della dipendenza da alcol attraverso l’azione antagonista delglutammato, un neurotrasmettitore che è iperattivo in fase successiva all’astinenza. Nel 2010 gli studi medici hanno dimostrato che Acamprosate riduce l’incidenza di recidiva tra le persone dipendenti dall’alcol.

Uno studio condotto su un numero elevato (> 27.000) di persone affette della dipendenza da alcol, ha dimostrato l’efficacia dei suddetti farmaci nella cura.

Farmaci sperimentali

Topamax (topiramato), un derivato dello zucchero naturale monosaccaride D-fruttosio, è stato scoperto efficace per aiutare gli alcolisti a smettere o ridurre la quantità di alcol ingerito. L’evidenza suggerisce che il topiramato, antagonista dei recettori del glutammato, inibisce il rilascio di dopamina. Una revisione del 2008 della efficacia del topiramato ha concluso che i risultati degli studi pubblicati sono promettenti, tuttavia fino a quella data, i dati in possesso erano insufficienti per sostenere l’utilizzo di questo farmaco come uno strumento di prima linea per combattere la dipendenza da alcol.[80] Al 2010 successivi studi hanno dimostrato che l’effetto del topiramato può essere superiore ad altri preparati farmacologici, riducendo significativamente il desiderio di bere e gli effetti delle crisi di astinenza, oltre a migliorare la qualità della vita durante la disintossicazione.

Farmaci che possono peggiorare risultato

Benzodiazepine, sono ritenute utili nella gestione dell’astinenza acuta da alcol ma se usato a lungo termine causano un risultato peggiore dell’alcolismo. Alcolisti con assunzione cronica di benzodiazepine hanno un tasso più basso per il raggiungimento dell’astinenza da alcol rispetto a quelli non le prendono. Questa classe di farmaci viene comunemente prescritta per alcolisti per l’insonnia o per la gestione dell’ansia. L’utilizzo di benzodiazepine o sedativi ipnotici nei soggetti in recupero comporta un alto tasso di recidività.

Epidemiologia

Disturbi causati dall’utilizzo di sostanze sono un problema di salute pubblica che molti paesi devono affrontare. L’alcol è la sostanza più comune nei casi di dipendenza e/o abuso da parte dei pazienti che si sottopongono ai trattamenti medici. Nel Regno Unito, il numero di “bevitori dipendenti” è stato calcolato di oltre 2,8 milioni di persone nel 2001. Circa il 12% degli americani adulti hanno avuto un problema di dipendenza da alcol almeno una volta nella loro vita. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che circa 140 milioni di persone nel mondo soffrono di dipendenza da alcol. Negli Stati Uniti e in Europa occidentale da 10 al 20 per cento degli uomini e dal 5 al 10 per cento delle donne ad un certo punto della loro vita soddisfano i criteri medici per essere considerati alcolisti.

All’interno della comunità medica e scientifica vi è ampio consenso nel considerare l’alcolismo come uno stato di malattia. Per esempio, l’American Medical Association considera l’alcol una droga e afferma che “la tossicodipendenza è una malattia cronica recidivante del cervello caratterizzata dalla ricerca compulsiva di droga e nel suo utilizzo nonostante le conseguenze spesso devastanti. È il risultato di una complessa interazione di vulnerabilità biologica, dell’esposizione ambientale e di fattori di sviluppo (ad esempio, lo stadio di maturazione del cervello)”.

L’alcolismo ha una maggiore prevalenza tra gli uomini, anche se negli ultimi decenni, la percentuale di alcolisti donne è aumentata. Evidenze attuali indicano che negli uomini e nelle donne per il 50-60 l’alcolismo ha cause genetiche, lasciando il 40-50 per cento alle influenze ambientali. La maggior parte degli alcolisti sviluppano la dipendenza durante l’adolescenza o in età adulta.

Prognosi

Uno studio del 2002 del National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism statunitense ha esaminato un gruppo di 4.422 adulti che soddisfano i criteri per la dipendenza da alcol e ha scoperto che dopo un anno, alcuni di essi sono stati classificati come a basso rischio, anche se solo 25,5% del gruppo ha ricevuto un trattamento. La ripartizione esatta del gruppo dei studio è la seguente: 25% è risultato essere ancora dipendente, 27,3% era in remissione parziale (persistenza dei sintomi), 11,8% era classificato come bevitore asintomatico (il consumo aumenta le probabilità di recidiva) e il 35,9% era completamente recuperato, di cui il 17,7% a basso rischio bevitori e il 18,2% astemio.

Al contrario, invece, i risultati di uno studio sul lungo periodo (60 anni) di follow-up di due gruppi di uomini alcolisti ha evidenziato che chi torna a bere in modo controllato, raramente persiste per più di un decennio senza recidiva o evoluzione in astinenza.

La causa più comune di morte negli alcolisti è rappresentata dalle complicazioni cardiovascolari. Vi è un alto tasso di suicidi negli alcolisti cronici. Questo si crede che sia a causa della distorsione fisiologica della chimica del cervello così come l’isolamento sociale. Il suicidio è anche molto comune negli adolescenti consumatori di alcol, con il 25% dei suicidi, in questa fascia di età, correlata all’abuso di alcol.[94] Circa il 18% degli alcolisti si suicida e la ricerca ha scoperto che oltre il 50% di tutti i suicidi sono associati alla dipendenza da alcool o droga. Il dato è più elevato per gli adolescenti, l’abuso di alcol o di droga per essi gioca un ruolo determinante nel 70% dei suicidi.

Storia

L’uso e l’abuso di alcol ha una lunga storia. Fonti bibliche, egiziane e babilonesi riportano storie di abuso e di dipendenza da alcol. In alcune culture antiche l’alcol era adorato e in altre il suo abuso veniva invece condannato. L’abuso eccessivo di alcol e l’ubriachezza sono stati riconosciuti come causa di problemi sociali, anche migliaia di anni fa. Tuttavia, la definizione di alcolismo cronico e le sue conseguenze negative mediche non sono state stabilite fino al XVIII secolo. Nel 1647 un monaco greco di nome Agapios è stato il primo a documentare che l’abuso cronico di alcol è associato a tossicità a livello del sistema nervoso e ad una vasta gamma di altri disturbi medici, come convulsioni, paralisi ed emorragie interne. Nel 1920 gli effetti dell’abuso di alcol e ubriachezza cronica hanno portato in America al proibizionismo, applicato però per un breve periodo. Nel 2005 i costi annuali per l’economia statunitensi della dipendenza da alcol e dal suo abuso sono stati stimati in circa 220 miliardi di dollari all’anno, più del cancro e dell’obesità.

Aspetti sociali

I vari problemi di salute associati all’abuso di alcool per un lungo periodo sono generalmente percepiti come dannosi per la società. L’eccessivo consumo di bevande alcoliche porta a frequenti ferite alla testa, incidenti automobilistici, violenze e aggressioni. Al di là delle ingenti spese sanitarie che questo comporta, ci sono anche notevoli costi sociali sia per l’alcolista che per i loro famigliari e amici. Ad esempio, il consumo di alcol da parte di una donna incinta può portare alla sindrome alcolica fetale,[97] una condizione incurabile e dannosa.

Le stime dei costi economici derivati dall’uso incontrollato di alcol, raccolti dall’Organizzazione mondiale della sanità, variano dall’1 al 6% del PIL di un paese. Uno studio ha quantificato il costo per il Regno Unito di ogni forma di abuso di alcol nel 2001 in 18,5-20.000.000.000 sterline.

Stereotipi di alcolisti si trovano spesso nella narrativa e cultura popolare. Questi possono essere anche basati sul razzismo e sulla xenofobia, come nella raffigurazione degli irlandesi come bevitori abituali.

Il consumo di alcol è relativamente simile tra le varie culture europee, statunitensi e australiane. Nei paesi asiatici che hanno un alto prodotto interno lordo non vi è stato registrato un aumento del consumo rispetto ad altri paesi, è stato dimostrato però che anche paesi con un basso PIL si registra un elevato consumo di alcol.

In uno studio fatto su immigrati coreani in Canada, si è dimostrato che l’alcol era ancora una parte integrante del loro pasto, ed è ancora viva la credenza che l’alcol sia necessario in ogni evento sociale in quanto contribuisce avviare le conversazioni.

L’ALCOLISMO NELLA LETTERATURA

Diversi scrittori hanno trattato l’argomento dell’alcolismo: io ne cito solo alcuni, quelli che ho letto e che mi son piaciuti. Come accennavo per il gioco d’azzardo, anche per la dipendenza da alcol trovo indispensabile integrare la fredda e rigorosa trattazione scientifica con la versione umanistica del problema che i grandi scrittori-artisti ci hanno regalato:

  • -HERMANN HESSE- ” L’ultima estate di Klingsor”
  • -JOSEPH ROTH- ” La leggenda del santo bevitore”
  • -ERNEST HEMINGWAY- ” Fiesta” e ” Di là dal fiume e tra gli alberi”
  • -MAURO CORONA- ” Aspro e dolce”

In particolare vi consiglierei di cominciare con quest’ultimo: libro divertente, profondo, intelligente, frutto di personale conoscenza del problema.

Dalla prefazione:

“Uomini di foreste e bevute, donne di coraggio e fatica, femmine sciccose per rompere la solitudine di una sera, tra una sbronza e una rissa.

La fantasia e la rabbia, la gioia di vivere, la festa e la morte riportate alla memoria in un’ennesima levata di bicchieri, brindisi alla vita, l’aspro e il dolce assaporati insieme.

Autobiografia di un uomo, romanzo fatto di avventure, di beffe e di omeriche bevute, il libro è anche la storia di un intero paese distrutto e rinato, a suo modo, dalla catastrofe.

Immancabile sfondo è la natura, madre e matrigna di uomini, animali piante e rocce.

Padre benigno e traditore quel vino amato e odiato, fiume viola che inganna la paura, riversato in bicchieri sempre colmi e sempre vuoti come sono i giorni della vita “.