Autoaffermazione e Autodistruzione

Mi convinco sempre più che nessun essere umano è programmato per seguire solo scelte vantaggiose per sè. Viviamo tutti costantemente in un equilibrio dinamico tra autoaffermazione e autodistruzione. Penso che successo, utilità sociale o biologica (quest’ultima intesa come salute e procreazione) e in ultima analisi tutto ciò che ci inserisce in un contesto di utilità per la specie cui apparteniamo ci offra un immediato vantaggio selettivo che si chiama gioia e che porta con sè il desiderio di ‘farsi del bene’.

L’autodistruzione scatta invece, sotto forma di comportamenti o scelte di vita autolesionistiche, ogniqualvolta la nostra utilità nel mondo decresce. L’autostima o l’auto-disistima non sono altro che l’emergere alla coscienza della nostra posizione in tale contesto.

Credo che come esiste su scala cellulare il fenomeno dell’apoptosi cioè il suicidio geneticamente programmato delle cellule pericolose o inutili per l’organismo, esista un meccanismo analogo probabilmente in parte geneticamente e in parte culturalmente programmato che affida al singolo individuo un’inconsapevole compito di auto-eliminarsi qualora divenga inutile o dannoso per la società o per la specie cui appartiene.

Questa è forse una sottile ed efficace strategia che la cosiddetta ‘ natura’ ha strutturato nel corso dell’evoluzione biologica: cosa c’è infatti di più efficace che affidare all’individuo stesso la propria auto-eliminazione? Un esempio per tutti, il rimorso: la depressione e lo schiacciante senso di colpa porta l’individuo alla deriva senza nessun intervento esterno.

E ancora tutti noi possiamo individuare innumerevoli comportamenti umani (fumare, drogarsi, attuare comportamenti a rischio) che non sono spiegabili se non si comprende la pulsione autodistruttiva insita in noi. L’essere umano però ha una grande fortuna: anche di fronte ad una diminuita utilità biologica per malattia o impossibilità di procreare, può ricevere dalla ‘natura’ il nobile nullaosta a vivere e ad auto-amarsi qualora riesca a super-compensare le proprie carenze biologiche con una efficace utilità sociale. Si capisce così come nessuno di noi possa vivere bene solo per sè stesso ma sia indispensabile avere più persone possibile che ti cercano per dirti ” ho bisogno di te”.

Angelo Mercuri.