Dott. Angelo Mercuri

Sono nato nel 1967 a Venezia, città in cui tuttora vivo e lavoro. Mi sono laureato in medicina e chirurgia a Padova, dove ho successivamente conseguito il titolo di psicoterapeuta cognitivo-comportamentale presso la Scuola ITCC: ho scelto l’indirizzo cognitivo-comportamentale perché risulta a tutt’oggi quello più supportato scientificamente e in grado di fornire i migliori risultati. Svolgo la mia attività professionale presso l’Ospedale di Neuro-riabilitazione San Camillo del Lido di Venezia e presso gli studi privati di Venezia e Mestre.

Collaboro da anni col FeDerSerD nell’ambito dei servizi territoriali che si occupano di Dipendenze, in particolare quella legata al gioco d’azzardo (www.giocaresponsabile.it); ho scritto tre libri: “Farmaci antidepressivi: effetti collaterali”“Tranquillanti, come liberarsene”, “Quarant’anni di riflessioni”scrivo articoli per i periodici: “La Voce di Venezia” e per il“Messaggio, news magazine della Misericordia di Venezia”; tengo infine lezioni presso l’Università del Tempo Libero di Mestre e conferenze presso il Club dell’UNESCO di Venezia.


Probabilmente qualcuno di voi si domanderà cosa posso fare io di concreto per i miei lettori, al di là degli articoli che pubblico.

Sono medico psicoterapeuta, di formazione cognitivo comportamentale ma cerco di trarre il meglio da ogni tipo di psicoterapia; studio la psicofarmacologia per poter utilizzare gli psicofarmaci in modo razionale e scientifico, non secondo la moda del momento o secondo i consigli dei rappresentanti delle case produttrici, che ovviamente sono pilotati e distorti.

Cerco di insegnare a chi mi segue, che gli psicofarmaci devono essere considerati come l’ultima spiaggia, dopo che tutti gli altri tentativi sono falliti e spesso aiuto le persone a sospenderli, cosa difficile che va fatta in modo ordinato e scientifico, conoscendo modalità e tempi per farlo; talvolta, quando lo ritengo l’unica opzione possibile, io stesso prescrivo psicofarmaci e questo avviene quando il paziente è ormai troppo acuto per giovarsi delle parole oppure è in astinenza per precedenti cure psicofarmacologiche sospese in modo errato: in ogni caso comunque, la terapia psicofarmacologica deve essere assunta per il più breve tempo possibile, cercando di tenerne bassi i dosaggi.

Ritengo che la vera terapia del disagio psichico sia la psicoterapia, una psicoterapia che insegni al paziente a capirsi e conoscersi, trovando un equilibrio che gli consenta di vivere bene secondo le proprie caratteristiche psicologiche e inclinazioni di carattere: ogni essere umano infatti possiede delle abilità straordinarie in qualcosa e i fallimenti spesso son dovuti al tentativo di fare cose per le quali non si è portati.

Ritengo pertanto che gli psicofarmaci, pur indispensabili in certi casi, devano servire solo come aiuto temporaneo per smussare i momenti di acuzie del disagio psichico: mai come terapia unica e cronica bensì come salvataggio temporaneo in attesa che la psicoterapia faccia effetto.

A. Mercuri