Terapie del disturbo ossessivo

Uno studio di Helen Blair Simpson e colleghi della Columbia University di New York, pubblicato su Jama Psychiatry l’11 settembre 2013, si proponeva di dimostrare se la terapia cognitivo-comportamentale (costituita da esposizione e prevenzione del rituale)  associata ad una terapia con SSRI ( antidepressivi serotoninergici quali sertralina, fluoxetina, escitalopram, paroxetina, ecc.)  fosse più efficace nella terapia del DOC ( disturbo ossessivo-compulsivo) rispetto all’associazione SSRI con un antipsicotico o un placebo. I suddetti SSRI sono gli unici farmaci approvati dalla Food and Drug Administration per il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo;  tuttavia solo pochi pazienti rispondono al solo trattamento con SSRI quindi  le linee-guida raccomandano l’aggiunta ad essi di farmaci antipsicotici ( risperidone, quetiapina, olanzapina, ecc.) o, in alternativa a questi ultimi, l’associazione SSRI con terapia cognitivo-comportamentale.
Secondo i risultati del suddetto studio, l’associazione tra SSRI e psicoterapia cognitivo-comportamentale è più efficace rispetto all’associazione di SSRI con gli antipsicotici o col placebo nel migliorare la sintomatologia, la capacità introspettiva e la qualità della vita dei pazienti. «Prima di prendere in considerazione l’utilizzo di un antipsicotico, considerando anche i suoi effetti collaterali, i pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo dovrebbero essere trattati con una terapia cognitivo-comportamentale» conclude Simpson.

Per chi volesse approfondire l’argomento fornisco l’articolo originale:

http://archpsyc.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=1737168